Il gup di Palermo Mario Conte ha condannato 23 dei 24 imputati del processo ‘Eos’, che rispondevano di una serie di estorsioni nelle zone di San Lorenzo, Pallavicino, Arenella e Tommaso Natale. Pene pesanti per le persone riconosciute colpevole di aver capeggiato il clan mafioso, in sostanziale accoglimento delle richieste dei pm Gaetano Paci e Lia Sava. Disposti anche risarcimenti per le vittime che si erano costituite parte civile e le associazioni che li hanno sostenuti. La condanna più severa, 18 anni, è stata inflitta a Carmelo Militano, in continuità con una pena da lui subita in precedenza. Dovranno scontare 12 anni e 8 mesi, invece, Vincenzo Troia, Bartolo Genova, mentre 11 anni e 8 mesi sono stati comminati a Salvatore Baucina, 11 anni e 4 mesi a Michele Billitteri. Altri 7 imputati, Francesco Costa, Nicolò Ferrara, Stefano Fidanzati, Sergio Giannusa, Riccaro Milano, Vito Nicolosi e Salvatore Randazzo, hanno avuto 10 anni e 8 mesi ciascuno. A 9 anni e 4 mesi è stato condannato Antonino Caruso, a 8 anni e 8 mesi ciascuno Antonino Genova, Michele Patti, Domenico Alagna e Agostino Pizzuto, l’ex giardiniere di Villa Malfitano dove venivano custodite armi della mafia, e a 8 anni Angelo Bonvissuto, Francesco Militano, Antonino Troia e Antonino Tarantino. Pene inferiori per i due pentiti, Giovanni Razzanelli (4 anni e 6 mesi) e Manuel Pasta (2 anni e 8 mesi-nella foto). L’unico assolto è Antonio Orlando, detto Gianni. Tra gli imprenditori risarciti, Marcello Giliberti, titolare del circolo ‘Telimar’, che avrà 50 mila euro, e Antonio e Pietro Parisi, gestori del locale ‘Privilege’, cui andranno 65 mila euro. Indennizzi da 20 mila euro l’una per le altri parti civili, tra cui il comitato Addiopizzo, il Comune e la Provincia di Palermo, Confindustria, Confcommercio e centro Pio La Torre.
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