PALERMO – È il momento delle parti civili al processo nato dall’inchiesta sul Dipartimento prevenzione veterinario dell’Asp di Palermo. Il Tribunale ha ammesso la costituzione come parte offesa dell’Azienda sanitaria provinciale, ma ha respinto quella del dirigente Carlo Volante che con le sue denunce diede il via all’inchiesta nel 2011.
L'avvocato Roberto Ferrara
Gli eventuali reati commessi dagli imputati, qualora dovesse arrivare una condanna, non avrebbero comunque danneggiato Volante ma l’ufficio. Insomma, Volante non ha titolo a ritenersi parte lesa, come hanno sostenuto Roberto Ferrara e Daniele Livreri, avvocati del principale imputato, Paolo Giambruno, ex direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell’Asp di Palermo, nonché ex presidente dell’Ordine dei medici veterinari.
Stessa cosa per l’associazione Libera che però è stata ammessa per il reato di intestazione fittizia che ha portato al sequestro di alcuni beni di Giambruno. Il sequestro fu emesso dalla sezione misure di prevenzione. A Giambruno vengono contestati i reati di intestazione fittizia di beni, concussione, tentata induzione indebita a dare o promettere utilità, falso e abuso d’ufficio.
L’intestazione fittizia riguarderebbe gli interessi societari che Giambruno avrebbe avuto con Salvatore Cataldo, imprenditore di Carini già condannato per mafia che in questa maniera avrebbe cercato di eludere le disposizioni in materia di prevenzione patrimoniale.
Sotto processo con Giambruno ci sono altre 23 persone fra funzionari e dirigenti del dipartimento veterinario, allevatori e amministratori di aziende. Da indagini ed intercettazioni sarebbe emerso un giro di favori nei confronti di alcuni commercianti sottoposti a controlli sanitari.
