Processo per traffico di migranti | "Lui non è l'uomo che cercate" - Live Sicilia

Processo per traffico di migranti | “Lui non è l’uomo che cercate”

Sul banco degli imputati Mered Medhanie Yedhego, ma una donna afferma in aula: "E' mio fratello".

Palermo
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PALERMO -“Il mio nome è Iuwet Tesmafarian e l’imputato seduto davanti a me è mio fratello, ma non è il trafficante che cercate”. A parlare è la sorella dell’eritreo accusato, davanti alla corte d’assise di Palermo, di essere a capo di una della maggiori organizzazioni criminali che trafficano in esseri umani tra il nord Africa all’Italia. Citata dalla difesa dell’imputato, estradato dal Sudan nel 2016, la donna ha confermato quanto i suoi legali ripetono dall’arresto del loro assistito: e cioè che davanti ai giudici non ci sarebbe Mered Medhanie Yedhego, detto il “generale”, boss della tratta, ma Medhanie Tesfamariam Behre, un falegname eritreo finito in manette per un clamoroso errore di persona. “Siamo 7 fratelli – ha raccontato ai magistrati la donna – Nel 2009 io ho lasciato l’Eritrea per il Sudan e dal 2011 vivo in Norvegia”. La teste ha anche raccontato di aver contattato al telefono la compagna del trafficante, Lydia Tesfu, che ha dichiarato di avere avuto da lui un figlio. “Le ho chiesto – ha aggiunto – di fare l’esame del Dna al bambino per stabilire con chiarezza se l’imputato, mio fratello, sia suo padre”. “Lydia Tesfu – ha spiegato – mi disse di avere parlato con poliziotti italiani che non gli hanno mai chiesto di fare questo tipo di esame”. La teste non ha saputo indicare però l’identità degli investigatori di cui la donna le aveva parlato. Per oggi era previsto l’esame dell’eritreo, ma per il mancato deposito di alcune trascrizioni l’udienza è stata rinviata al 21 maggio.

(ANSA).

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