Caltanissetta, 22 anni dopo | Al via il nuovo processo - Live Sicilia

Caltanissetta, 22 anni dopo | Al via il nuovo processo

Si apre oggi il cosiddetto Capaci bis. Alla sbarra gli uomini di Brancaccio arrestati un anno fa.

PALERMO – “Capaci bis”, è stato chiamato. Non è solo una questione cronologica. Un modo per ricordare che un processo è già stato celebrato. La parola bis indica un nuovo capitolo giudiziario. Un capitolo aperto l’anno scorso con l’arresto di sette persone – due erano giù in carcere – fino ad allora mai indagate per la strage in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre poliziotti della scorta.

Il processo che li vede alla sbarra si apre oggi – proprio oggi – a Caltanissetta. In totale gli imputati sono nove. Sarebbero gli uomini del commando che scatenò l’inferno lungo l’autostrada. In realtà il nuovo dibattimento si è già diviso in due: uno in abbreviato, l’altro in ordinario. Il primo ha preso il via e vi sono imputati il pentito Gaspare Spatuzza, Giuseppe Barranca, Cristoforo Cannella e Cosimo D’Amato. Il secondo parte oggi, nel giorno del 22 anniversario della strage, nei confronti di Cosimo Lo Nigro, Salvatore Madonia, Giorgio Pizzo, Vittorio Tutino e Lorenzo Tinnirello. Sono gli uomini di Brancaccio. Gli uomini del clan di Giuseppe Graviano, uno dei più potenti della città, che la storia giudiziaria aveva finora esentato da responsabilità.

Il nuovo processo è decisivo anche per fare chiarezza su uno dei punti più oscuri della strage, il coinvolgimento dei cosiddetti mandanti esterni. Secondo la Procura diretta da Sergio Lari, intervento esterno non ci sarebbe stato certamente nella fase esecutiva dell’eccidio. Furono solo i mafiosi a piazzare 500 chili di esplosivo sotto l’autostrada. Per la strage di Capaci si celebra un nuovo processo e non una revisione come sta avvenendo per quelli su via D’Amelio dove a perdere la vita furono Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Un’altra pagina di morte e dolore per la quale, ne 2011, lo Stato ha dovuto chiedere scusa a sei ergastolani condannati per errore al fine pena mai. Li hanno scarcerati grazie al racconto dei collaboratori di giustizia Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina che hanno smascherato le menzogne di un altro pentito, Vincenzo Scarantino. Le loro dichiarazioni sono alla base della revisione dei processi su via D’Amelio e all’apertura del Capaci bis. “La Procura di Caltanissetta è impegnata nel reperimento di nuove prove – ha spiegato il procuratore aggiunto Domenico Gozzo – e anche tre quarti del processo Borsellino quater sono a buon punto”.

Per la strage Falcone la giustizia ha riconosciuto colpevoli negli anni trentasette imputati, tra mandanti ed esecutori materiali, che fanno parte dei più importanti mandamenti mafiosi di Palermo. Nel processo di Caltanissetta, che prende il via oggi, sono entrate anche le dichiarazioni di Totò Riina. O meglio, le confidenze del capo dei capi ad Alberto Lorusso, suo compagno di passeggiate durante l’ora d’aria nel carcere di Milano Opera. Ed è qui, passeggiando, che le cimici hanno registrato quella che il procuratore Lari ha definito “la confessione” di Riina. Il padrino corleonese ammetteva le “tante fesserie dette sulla strage di Capaci”, perché sarebbe stato lui a ordinare di imbottire di esplosivo l’autostrada.

 


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