Procreazione assistita, convegno a Enna - Live Sicilia

Procreazione assistita, convegno a Enna

Organizzato da La Società Italiana della Riproduzione Umana

ENNA – Preservare e  curare la salute riproduttiva in una prospettiva  modellata sulle storie – tutte uguali, tutte diverse – che accomunano le coppie infertili, bisognose di assistenza sul piano medico, psicologico, ma anche finanziario, per sentirsi uguali a quanti possono permettersi spese non esattamente alla portata di ogni tasca. Per chi ha problemi riproduttivi, fare un figlio non può però essere una questione di reddito. 

Allo stesso modo è importante porsi in ascolto e al servizio di  questi aspiranti genitori,  determinati ad affrontare le cure indicate  per realizzare  un progetto  che va accarezzato ma non troppo a lungo, per rispettare i tempi della capacità  riproduttiva.  

È questa la visione rigorosa, e al tempo stesso empatica e virtuosa, che la Società Italiana della Riproduzione Umana ha portato avanti in poco più  di cinque anni di attività. E in tale cornice s’iscrive anche il IV Congresso regionale siciliano che la prestigiosa società scientifica nazionale ha organizzato quest’anno ad Enna, nell’auditorium dell’Università Kore, che   venerdì 24 (dalle ore 9 alle  19) e sabato 25 giugno (dalle 9 alle 13) ospiterà l’intensa due giorni, programmaticamente intitolata “L’umanizzazione e  personalizzazione della medicina e della  biologia della riproduzione: dalla scienza alla presa in carico della coppia infertile”.

Sono obiettivi che richiedono appunto una presa in carico, sul piano sociale dell Sanità, delle coppie infertili che decidono di formare una famiglia con figli. Traguardo che non può  prescindere da raccomandazioni  scientificamente riconosciute e da  da un’efficace organizzazione sanitaria soprattutto territoriale. Conclusioni emerse già nel precedente  congresso siciliano, lo scorso dicembre, interamente dedicato alle linee guida sul trattamento dell’infertilità e alla loro implementazione nei territori attraverso la creazione di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA).

In continuità, il congresso ennese sviluppa tutti gli aspetti che, per via degli stili di vita della coppia così come dello stato di salute, limitano le potenzialità riproduttive. Quindi, ancora una volta, fedeli alla mission della SIRU, la persona-paziente è posta al centro di un confronto tra specialisti e scienziati. Ginecologi e andrologi relazioneranno sulle nuove acquisizioni relative alle patologie dell’apparato femminile  e maschile, correlate all’infertilità. Mentre psicologi, ostetriche, genetisti, nutrizionisti, osteopati offriranno un punto di vista fondamentale per completare il quadro clinico. Senza contare l’importante contributo dei pazienti e dei giuristi in un campo che ha visto combattere e vincere tante battaglie davanti alla Corte costituzionale,  per affermare la legittimità della fecondazione eterologa o della diagnosi preimpianto,  per non citare che le conquiste più significative. Diventa infatti sempre più evidente come il trattamento dell’infertilità debba puntare alla presa in carico della coppia nel suo benessere generale, le cui radici affondano anche negli stili di vita e nell’ambiente in cui viviamo.

Si affronterà pertanto il grave problema della drammatica riduzione delle nascite, che ha raggiunto anche nella nostra Regione il 30 per cento,  e si valuterà il contributo che la medicina e la biologia della riproduzione possono dare per contrastare questa emergenza. 

In primo piano saranno poste, nel confronto con gli amministratori regionali della sanità, le tematiche dell’accesso delle coppie alla diagnosi e alle terapie riproduttive nei centri siciliani di PMA, alla luce del prossimo, auspicato inserimento dei trattamenti nei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). 

In questo senso, il ruolo che la  Regione può ricoprire –  vuoi nella razionalizzazione delle risorse, vuoi  nell’assistenza alle coppie – è fondamentale. 

Come sottolinea il ginecologo Antonino Guglielmino, presidente nazionale della Siru: “Garantire  l’accesso delle coppie alla Pma attraverso  il  Servizio Sanitario Nazionale, senza più sperequazioni tra Nord e Sud,  rappresenterà un passaggio fondamentale, almeno sotto due aspetti, tra loro strettamente connessi. Da un lato segnerà la piena acquisizione del valore etico che la Pma riveste nel momento in cui viene incontro ad un’esigenza, quella genitoriale, così profonda per l’essere umano. E ciò di pari passo con  l’arricchimento sociale insito nell’opportunità per la comunità di incrementare le nascite da Pma, attualmente  ferme nel nostro Paese intorno al 3.4 per cento del totale e nella nostra isola solo al 2.2 per cento, mentre in altri paesi europei arriva fino a numeri a due cifre. 

Dall’altra parte fruire dei Lea o altre agevolazioni previste dal Sistema sanitario, a livello nazionale e regionale, cambia radicalmente la relazione  tra  medico e paziente, in direzione di una maggiore  fiducia di quest’ultimo verso il percorso diagnostico e terapeutico da intraprendere. Il momento diagnostico e terapeutico diventa  finalmente del tutto libero e  svincolato  rispetto alla capacità  economica richiesta alla coppia. Una spesa, in alcune aree,  come la Sicilia, piuttosto esosa, e perciò avvolta – spiace dirlo –  in un fumus di diffidenza sulla reale necessità di procedere a  taluni percorsi diagnostico-terapeutici”.

Oltre 200 operatori del settore interverranno al congresso per affrontare insieme  questi temi e continuare nel percorso di umanizzazione delle cure riproduttive di cui la SIRU è protagonista in Sicilia   come nel resto d’Italia.


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