PALERMO – Una grande professionalità e un altrettanto grande spessore umano, ma anche un elevatissimo senso del rigore nel proprio lavoro: caratteristica che non le impediva, però, di essere vicina a chi aveva più bisogno e di trovare una via d’uscita nella risoluzione dei problemi. Sono le peculiarità che tratteggiano la figura di Maria Mattarella nel ricordo di chi, come i dirigenti della Regione Siciliana, ha lavorato gomito a gomito con la segretaria generale di Palazzo d’Orleans, scomparsa prematuramente.
Palazzo d’Orleans piange Maria Mattarella
Le voci più commosse sono quelle che arrivano proprio dal palazzo di piazza Indipendenza, dove ha sede la Segreteria generale della Regione e dove le bandiere sono ora a mezz’asta. Racconti che fanno cadere quel velo di asprezza che spesso ammanta la burocrazia regionale. In quei corridoi, quando si è diffusa la notizia della morte dell’avvocato Mattarella, tanti occhi lucidi, soprattutto tra i più stretti collaboratori. Maria Mattarella ha lavorato fino alla fine nella sua stanza al secondo piano di Palazzo d’Orleans, cancellando gli impegni soltanto quando le condizioni fisiche non le permettevano di assolvere il proprio dovere fino in fondo.
Lo spessore umano e professionale
“Una persona meravigliosa e dal grande spessore umano e professionale”, dice con la voce rotta dall’emozione il capo di gabinetto del governatore Renato Schifani, Salvatore Sammartano, che ha al suo attivo una lunga carriera nei quadri dirigenti della Regione. “Tra noi i rapporti sono sempre stati eccellenti – prosegue -, sin da quando assunse la dirigenza dell’Avvocatura generale nel 2017. Quel rapporto si è consolidato negli ultimi anni, quando ha ricoperto il ruolo di Segretaria generale”.
Dolcezza e professionalità
“La Sicilia perde una persona che avrebbe potuto dare ancora tanto per la crescita di questa terra”, è il ricordo di Francesco Di Chiara, capo del Cerimoniale di Palazzo d’Orleans. “Non ho mai incontrato una persona che avesse così tanta dolcezza e amabilità nei confronti del prossimo – aggiunge -, caratteristiche che aggiungeva al suo altissimo livello di preparazione e di professionalità. Mai dura, sempre comprensiva nei confronti delle ragioni altrui. La tristezza a Palazzo d’Orleans oggi è palpabile”.
Mai appariscente
Giovanni Bologna, che ora guida l’Avvocatura generale della Regione in un ruolo che vide nel 2017 l’arrivo proprio di Maria Mattarella, ne ricorda “il grande rigore che lei stessa – dice – riservava prima di tutto alla sua persona”. Bologna aggiunge: “Non ricordo una pratica da lei trattata che non fosse supportata da adeguato approfondimento, una grande precisione accompagnata da un sorriso che consentiva di affrontare anche le situazioni più complicate”. Tutto questo “restando sempre una persona poco appariscente, caratteristica che per un dirigente è un merito. Maria – conclude – è nei nostri cuori, prima che nei nostri ricordi. Una grave perdita”.
Al lavoro fino agli ultimi giorni
Ignazio Tozzo, oggi Ragioniere generale della Regione, fu colui che predispose l’iter per l’assunzione di Mattarella nel 1993 alla Regione. “Una persona dalla grande onestà intellettuale e dalla grande franchezza nei rapporti interpersonali – sottolinea -. Molto netta e prudente nelle scelte. Ha lavorato fino alla fine e con tutte le sue forze, una gravissima perdita per la Regione”.
Pacatezza e disponibilità
Ricordi che coincidono e che danno la misura del segno lasciato da Maria Mattarella nel suo lavoro. “Una persona di estrema pacatezza e disponibilità – dice il capo del dipartimento Lavoro Ettore Foti -. Sempre pronta a risolvere i problemi e ad aiutare chi aveva bisogno. In lei vivevano grandi qualità professionali che venivano esaltate dalle altrettanto grandi qualità umane”.
Esempio di serietà
Per Fulvio Bellomo, che guida il dipartimento Sviluppo rurale e territoriale, il ricordo è quello di “una persona mite e sempre vicina ai colleghi nei momenti di difficoltà”. Mario La Rocca, dirigente ai Beni culturali, parla invece di “una figura splendida, composta e con un grande senso delle istituzioni”. Nel suo lavoro quotidiano “non ha mai lasciato trasparire il suo dolore per le vicende che la vita le aveva riservato – conclude La Rocca -, un esempio per tutti di attaccamento al lavoro e di serietà”.