La veglia del popolo Almaviva | In attesa del tavolo al Mise - Live Sicilia

La veglia del popolo Almaviva | In attesa del tavolo al Mise

La veglia dei lavoratori Almaviva

Una veglia notturna e un corteo da via Cordova a piazza Croci in attesa di notizie da Roma. FOTO.

PALERMO – Una veglia notturna organizzata in via Libertà, proprio sotto la storica sede del call center Almaviva di via Cordova. È l’iniziativa dei lavoratori Almaviva organizzata per le 21 di martedì 12 aprile, in attesa del tavolo tecnico al Mise previsto per la mattina successiva a Roma, al quale parteciperà il sindaco Orlando. Una manifestazione che si trasforma in una provocazione di protesta contro i 1.670 esuberi annunciati dall’azienda per la sola sede di Palermo. “Con le fiaccole accese manifesteremo per la città, senza smettere di urlare un’ingiustizia che si abbatterà presto sulle nostre famiglie – spiega Alessandra, dipendente della commessa Alitalia -. Parteciperemo da vivi al nostro funerale”. Alla fiaccolata l’assessora Giovanna Marano insieme ad altri componenti della giunta comunale di Palermo, per ribadire l’impegno costante degli ultimi mesi per la soluzione positiva della vertenza.

Con tanto di lumini rossi e ceri accesi, i dipendenti del call center sono partiti da via Cordova per raggiungere piazza Croci. Una catena umana di solidarietà, una fiaccolata in attesa dell’esito del tavolo ministeriale di mercoledì mattina convocato per la mattinata. Un appuntamento che segue il precedente incontro tra azienda e sindacati avvenuto il mese scorso. In quell’occasione furono affrontati diversi temi, dal rinnovo del contratto nazionale del settore inserendo le clausole sociali per la salvaguardia dei lavoratori, all’imposizione del rispetto delle regole già esistenti come la direttiva sulle delocalizzazioni, fino all’ipotesi di ammortizzatori sociali per evitare il peggio.

Il Mise, stavolta, convoca un tavolo nazionale per discutere esclusivamente della vertenza Almaviva e non della crisi che ha investito l’intero settore dei call center. “La situazione dei lavoratori Almaviva è paragonabile a quella della Fiat di Termini Imerese, nonostante quella vertenza avesse persino numero inferiori – spiega Aldo Rizzo, del sindacato Ugl -. Almaviva oggi è la prima impresa in Sicilia. Per questo ci auguriamo che al tavolo del Mise vengano fuori i presupporti per scongiurare un licenziamento. Non si può perdere neppure un solo posto di lavoro. Bisogna mettere in atto diverse azioni, tra il possibile e l’impossibile. Perché se questi licenziamenti avverranno si tradurranno in una piaga sociale capace di abbattersi irrimediabilmente anche sull’economia regionale stessa”.

Anche tantissimi commercianti palermitani hanno voluto solidarizzare manifestando vicinanza ai lavoratori Almaviva, esponendo un cartello di solidarietà nei loro negozi. I primi a esporre già martedì mattina l’avviso ‘questo esercizio commerciale è solidale con i lavoratori Almaviva, #siamotuttiAlmaviva’ sono stati i negozi e i bar che si trovano accanto ai due centri Almaviva di via Marcellini e di via Cordova. “Stiamo cercando la solidarietà dei commercianti palermitani perché siamo consapevoli che la perdita di lavoro per un numero così alto di persone avrebbe una ricaduta spaventosa su tutto il tessuto economico cittadino”, spiega Andrea Corleo, il lavoratore che ha lanciato la proposta sui social network.

Ai commercianti a sostegno dei lavoratori Almaviva si uniscono i lavoratori portuali di Palermo di Filt Cgil, Fit Cisl e Uil trasporti. Sono circa 300 e lavorano in due società poste da anni sotto sequestro e a rischio fallimento. “Partendo dal presupposto che l’unione fa la forza e che la solidarietà tra uomini porta a risultati virtuosi, vogliamo manifestare la nostra solidarietà a tutti i 3mila lavoratori di Almaviva che rischiano di perdere il posto di lavoro e quindi la dignità che da esso proviene. Tremila disoccupati in più, di cui 1.670 solo nella nostra città, rappresentano un problema sociale che deve interessare e attraversare le coscienze di tutti. Non si può e non si deve rimanere indifferenti. Se pensiamo all’esistenza di piccoli paesi che non arrivano neanche a mille persone dal punto di vista demografico, non possiamo permettere che un intero paese se ne torni a casa nella quasi totale indifferenza”.

Durante la fiaccolata i lavoratori si sono tenuti per mano chiedendo in coro lo stop ai 1.670 licenziamenti. “Vegliare significa vigilare affinché non ci siano licenziamenti, perché il tessuto sociale non venga ulteriormente impoverito – dichiara Rosalba Vella, Rsu Slc Cgil Almaviva -. Anche i commercianti stanno aderendo alle iniziative di solidarietà: sanno di essere loro i primi a subire ripercussioni se saranno confermati i licenziamenti. Nei locali vicini alle due sedi palermitane di Almaviva ruota un bacino di 5 mila fruitori, tra i lavoratori e le loro famiglie”. E il segretario Slc Cgil Palermo, Maurizio Rosso, aggiunge che “la veglia è una metafora opportuna perché la gravità della situazione ci obbliga a vegliare sullo sviluppo di questa vertenza, affinché Palermo non perda neanche un posto lavoro. Pensiamo ci siano i presupposti per costruire un futuro perché si tratta di un settore in profondo sviluppo e siamo convinti che continuare a vegliare sia di fondamentale importanza. Tre le condizioni che chiediamo: rispetto delle regole, investimenti in tecnologie e radicamento sul territorio, con conseguenti sviluppi occupazionali”.

Lunedì notte sul ponte di via Belgio i lavoratori hanno esposto degli striscioni, fra i tanti ‘Tripi l’unico esubero sei tu’. “Chiederemo il ritiro dei 2.988 licenziamenti annunciati a Roma Napoli e Palermo, ammortizzatori strutturali di settore e  nel frattempo un accordo ponte che garantisca l’occupazione, per consentire la messa in sicurezza dell’azienda con la riforma del settore sulla delocalizzazione, gli eccessivi ribassi e le clausole sociali”. Francesco Assisi segretario Fistel Cisl Palermo Trapani e Eliana Puma Rsu Fistel annunciano così le richieste che la Cisl presenterà al Mise, nel corso dell’incontro previsto a Roma sulla vertenza Almaviva nel giorno dello sciopero nazionale. Un gruppo di lavoratori che parteciperanno alla manifestazione nazionale per lo sciopero di Almaviva nella capitale, si riunirà davanti il Ministero per attendere l’esito. “È la vertenza di tutta la città – spiega Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani -. Vogliamo provvedimenti certi, se davvero il governo nazionale intende procedere con la proroga degli ammortizzatori sociali, lo stop agli appalti per le aziende che hanno una forte delocalizzazione all’estero, l’avvio di una chiara regolamentazione delle gare per frenare il massimo ribasso al di sotto del costo del lavoro e la clausola sociale per tutelare i lavoratori in caso di perdita di commesse, deve farlo subito. A rischio non solo i 1.670 di Palermo, ma tutti i posti di lavoro del settore”.  

La palla adesso passa al Governo dove si giocherà la partita più difficile: in ballo il destino dei 2.988 lavoratori nelle sedi di Roma (fino a 918), Napoli (fino a 400) e Palermo (fino a 1.670 persone licenziate). La perdita di alcune commesse, come Enel, avrebbero spinto l’azienda leader nei call center a questo passo che, tuttavia, lascerebbe immuni le sedi di Catania, Rende e Milano, almeno fino ad ora. Tra prezzi abbattuti, commesse saltate, usi impropri di incentivi e delocalizzazioni, Almaviva è la prima realtà d’Italia in crisi nel settore dei call center.


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