PALERMO – L’Ars ha dato il definitivo via libera alla riforma che istituisce i Liberi consorzi e le Città metropolitane. Il voto definitivo sul testo è arrivato oggi, sotto agli occhi del governatore Rosario Crocetta. Trentasei i voti a favore, 11 i contrari, sei gli astenuti. Nella maggioranza resta, però, ancora qualche strascico dopo la bocciatura con il voto segreto dell’emendamento Udc che prevedeva la corrispondenza tra il sindaco della Città metropolitana e il primo cittadino del comune capoluogo. “Prendo atto del voto d’aula – ha commentato Ardizzone prima della seduta – ma ritengo che questa scelta crei un vulnus importante alla riforma”. Non si è fatta attendere la risposta del presidente della prima commissione, Antonello Cracolici: “Guai a far passare questa legge come una mancata riforma per il fatto che non ha attribuito corrispondenza tra il sindaco del capoluogo e quello della Città metropolitana – ha detto Cracolici in aula -. Mi spiace per l’esito del voto su questo punto, ma non si tratta certamente di un punto che può inficiare la portata della riforma”.
“Ringrazio il parlamento per questo risultato – ha affermato Crocetta -. Non esistono leggi perfette, ma questa è sicuramente una buona riforma che toglie le Province dal caos e restituisce una democrazia comunale che in Sicilia si applica come in nessuna altra regione d’Italia”. Di occasione mancata ha invece parlato Roberto Di Mauro (Mpa). “Abbiamo dato continuità ai posti di lavoro dei dipendenti delle ex Province – ha detto il deputato autonomista – ma non si è fatta una vera e propria riforma, visto che tutto continua a restare nelle mani della Regione”.
“Questo risultato non sarebbe stato acquisito senza di noi – ha spiegato Vincenzo Vinciullo, di Ncd -. Non siamo stampella di nessuno e quello che pensiamo di un governo che fa acque da tutte le parti è risaputo. Ma va detto con chiarezza che se questa legge è arrivata in porto è grazie a noi che non abbiamo abbandonato l’aula”. Un messaggio lanciato soprattutto a Forza Italia. “Il centro destra non si può ricostruisce con i reiterati attacchi di Fi nei nostri confronti, ma solo attraverso il dialogo. Altrimenti non ci può essere un futuro insieme””.
La maggiori perplessità sulla riforma sono state sollevate da Mimmo Fazio, del gruppo Misto, secondo cui “non è assolutamente pensabile che un sindaco possa occuparsi anche di dirigere un Libero consorzio o una Città metropolitana. Abbiamo costruito l’ennesimo carrozzone gestito dalla politica – ha sottolineato l’ex primo cittadino di Trapani -, che nulla ha a che vedere con l’interesse dei cittadini”.
All’esame della riforma non ha partecipato una parte dell’opposizione, così come annunciato nei giorni scorsi. Una scelta nata dalla mancata ammissione di alcuni emendamenti che puntavano all’introduzione dell’elezione diretta del presidente de Liberi consorzi e al sindaco delle Città metropolitane.
Oltre al sì definitivo alla riforma delle ex Province, Sala d’Ercole ha incardinato oggi i disegni di legge in materia di risorse idriche, sul quale martedì prossimo si aprirà la discussione generale, e sulla tassa automobilistica regionale.