Impiegati senza scrivania | Intanto si gira un film - Live Sicilia

Impiegati senza scrivania | Intanto si gira un film

Provincia, via San Lorenzo
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Ore diciotto in punto. Così s’intitola un film prodotto dalla sicilianissima “Eikona”, casa di produzione cinematografica nata quattro mesi fa. Una delle location del lungometraggio è il quinto piano del centro direzionale della Provincia di Palermo, in via San Lorenzo. Fino a venerdì scorso ha ospitato le riprese, che ricominceranno questa settimana. Al momento, però, tutti i corridoi e le stanze (con panoramica vista su Palermo) sono vuoti. Deserti. E muti. Il film, si gira al piano di sotto.

Un altro film, ovviamente. E il cinema non c’entra. Si tratta del terzo trasloco in cinque mesi per i dipendenti della direzione ambiente della Provincia. “Questo lo mettiamo qui”, si sbraccia la dirigente indicando il posto giusto per un quadro, una stampante o un impiegato. Sono in dodici. E si sentono “vittime” di una sorta di ritorsione perché uno di loro, dirigente sindacale, ha denunciato l’”eccessivo ricorso” a dirigenti esterni, raccontato anche dal mensile “S”, in edicola, con un servizio che ha messo in luce anche agli altri sprechi dell’ente: gli affitti esagerati, le auto blu, la festa della Provincia.

“Siamo in queste condizioni da due settimane”, raccontano i dipendenti lungo i corridoi del palazzo di via San Lorenzo. Una settimana per preparare gli scatoloni, un’altra per sistemarli nei nuovi (vecchi) uffici. Uffici che, come detto, non sono ancora pronti. Gli impiegati vagano per il quarto piano. Non sanno dove sedersi. Da lunedì scorso vedono passare sotto il loro naso scrivanie e attaccapanni. Scatoloni pieni di pratiche inevase. Molte di queste sono nel cosiddetto “archivio”. Una stanza colma di pacchi enormi che ospiterà uno o due impiegati. Anche se nessuno, in quella stanza, vuole andarci. “Lì dentro – spiegano i dipendenti – ci sono pratiche di autorizzazione alle imprese per le emissioni atmosferiche. È tutto fermo. Il nostro ufficio, infatti, svolge ruoli molto delicati, ma da due settimane non riusciamo a lavorare”.

Protestano i dipendenti per quello che sentono come un torto. “Necessità di razionalizzazione”, spiegano invece dalla Provincia, che, per le stesse “necessità di razionalizzazione” aveva spostato i lavoratori nel palazzo delle Ferrovie, in via Roma, alcune settimane fa. Ma la razionalizzazione era stata richiesta anche dall’opposizione di Palazzo Comitini. Come descritto nel servizio del mensile “S”, il consigliere del Pd Silvio Moncada, aveva chiesto con un’interrogazione lo spostamento in quei locali degli uffici del Provveditorato agli studi. Che costano alla Provincia 785 mila euro l’anno per l’affitto.

“Lei mi sta buttando fuori dalla mia stanza”, intanto, urla una dipendente alla dirigente, impegnata nell’ingrato compito di “collocare” i nuovi inquilini. “Io da qui non me ne vado” incalza un’altra. “Non riesco a farla uscire dalla stanza”, fa la dirigente al telefono. Il nuovo trasloco impone qualche modifica e non tutti ci stanno. E protestano. Biologi, chimici, architetti raccontano: “Arriviamo qui, ogni mattina, ma non abbiamo un nostro posto, una nostra scrivania”. La scrivania sarà una di quelle accatastate in una stanzetta o vicino il muro.

C’è caos. Al quarto piano. Ma solo lì. Perché altrove regna una calma assoluta. Gli altri piani, infatti, hanno una densità di popolazione simile a quella dell’Islanda. Un dipendente per 4-5 scrivanie. Persino le uscite di sicurezza, quindi, appaiono superflue, e infatti sono in certi casi ostruite da scatoloni e arredi depositati lì, davanti ai gradini “di emergenza”. Per incontrare qualcuno lungo i corridoi, poco dopo mezzogiorno, bisogna camminare per un paio di minuti. Alla faccia della razionalizzazione. Mentre la Provincia paga 15 milioni l’anno per gli affitti. E si trova edifici quasi disabitati. Con numerose stanze deserte. Al punto da poter mettere a disposizione un ampissimo spazio per la produzione di un film “fatto da Siciliani, ma che non parlerà di Sicilia”. Sono le tredici in punto. E al piano di sotto, gli impiegati della Provincia non hanno ancora una sedia.


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