TRAPANI – Il Consiglio provinciale ha approvato, all’unanimità dei presenti, lo schema di convenzione che affida al Trapani calcio la gestione, per i prossimi 20 anni, dello stadio. Si tratta dell’ultimo atto deliberativo esitato dall’aula prima dello scioglimento per la scadenza naturale del suo mandato. Saranno a carico della società granata tutti i costi di adeguamento dell’impianto per la sua omologazione agli standard previsti per la partecipazione al campionato di serie B. La Provincia regionale non era più in grado di finanziare la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto. L’amministrazione – oltre a fare i conti con la legge che abolisce le Province – si avvia a dichiarare il dissesto finanziario. Il Trapani calcio ha prodotto il piano d’investimenti per la gestione del Provinciale. I primi interventi – tornelli, nuova sala stampa e le misure di sicurezza e di tutela di ordine pubblico – avranno un costo di realizzazione che di oltre 500 mila euro.
In prospettiva la società granata pensa anche a sostituire il manto erboso puntando su quello in erba sintetica. La spesa prevista è di circa 700 mila euro. Sempre in prospettiva e con la premessa della permanenza nella serie cadetta la società del presidente Vittorio Morace è pronta ad incrementare la capienza dello stadio fino a 10 mila posti. Su questo punto ha ottenuto una deroga per il prossimo campionato. In programma anche la realizzazione sul lato destro dell’attuale tribuna coperta di una struttura da dedicare al “settore ospiti” per una nuova curva. Nel piano del Trapani c’è pure la copertura delle curve e della gradinata. Soddisfatto per il voto unanime del consiglio il presidente Peppe Poma: “Questa convenzione, la prima in Sicilia fra un ente locale ed una società di calcio, costituisce un atto che è destinato ad occupare un posto rilevante negli annali della cronaca sportiva trapanese, e non solo, quale importante e significativo momento di impegno politico-amministrativo, oltre che istituzionale, e di positiva risposta alle attese di gran parte della cittadinanza provinciale”.