Pua, dure reazioni al voto |"Cemento e speculazione" - Live Sicilia

Pua, dure reazioni al voto |”Cemento e speculazione”

Il ceffone che l'opposizione, con l'indispensabile contributo di Articolo 4, ha dato all'ammistrazione, insieme al fatto che l'assemblea ha respinto i rilievi del Comitato regionale, hanno scatenato numerosi commenti. Le note del Comitato No Pua e di Catania Bene Comune.
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CATANIA -Non si placano le reazioni al voto di ieri sera in Consiglio comunale sul Piano urbanistico attuativo Catania Sud. Il ceffone che l’opposizione, con l’indispensabile contributo del gruppo di Articolo 4, ha dato all’ammistrazione comunale, insieme al fatto che l’assemblea ha respinto i rilievi del Comitato regionale urbanistica, hanno scatenato numerosi commenti.

La nota del Comitato No Pua. “Ieri sera, in Consiglio Comunale, il parere del Consiglio Regionale Urbanistica è stato calpestato da una maggioranza trasversale che, votando gli emendamenti del gruppo Area Popolare, ha deciso di seguire le indicazioni, interessate, dettate dal progettista di Stella Polare e dal segretario della Fillea Cgil, piuttosto che il parere e le indicazioni dell’organismo tecnico regionale competente.

Il modus operandi descritto nelle motivazioni della “Sentenza Lombardo” si è messo in moto un’altra volta. Ora l’ultima parola tocca all’Assessore regionale territorio e ambiente che deve scegliere tra un parere del C.R.U. e quello di un consiglio comunale che in 48 ore ha dato una pessima dimostrazione di come sono rappresentati gli interessi collettivi ed ha dimostrato come la salvaguardia del territorio possa essere assoggettata ad interessi privati, personali e faziosi.

Il comitato No Pua ed altre diciannove associazioni hanno chiesto l’aula consiliare per confrontarsi sull’idea di sviluppo del nostro territorio con tutta la città e continua ad attendere una risposta dalla Presidenza del consiglio comunale. Il Pua è una falsa opportunità di sviluppo, un progetto che distruggerà ulteriormente il territorio per poi andare a finire nel lungo elenco di “operazioni” fallimentari in cui questa città primeggia e che hanno distrutto le risorse di un territorio che avrebbe potuto fare del turismo una fonte di sviluppo reale e duratura; dallo sventramento di San Berillo il quartiere dei mestieri, alla cementificazione selvaggia di 20 chilometri di un litorale meraviglioso, sino al centro commerciale Vulcania ed al progetto commerciale all’interno della “vecchia dogana”, passando per altre centinaia di devastanti flop. D’altronde il patto territoriale Catania Sud, di cui il P.U.A. è il proseguimento, è un fallimento acclarato.

Il Consiglio Comunale di Catania, nella seduta del 10 dicembre 2014, ha respinto le più importanti considerazioni del Consiglio Regionale Urbanistica che invitavano a rivedere il PUA, progetto di conversione a zona edificabile del litorale della playa e di cementificazione della costa. Tutti gli accorgimenti che avrebbero reso l’opera meno invasiva e un po’ meno devastante dal punto di vista ambientale sono stati rigettati dall’Aula.

L’Amministrazione Comunale, pur confermando l’inaccettabile volontà di sostenere la cementificazione prevista dal PUA, aveva presentato una delibera che prevedeva l’accoglimento totale delle considerazione del CRU. La proposta della Giunta è stata però stravolta dall’Aula, come ammesso dallo stesso assessore competente, Salvo Di Salvo. A votare i provvedimenti contro l’amministrazione sono stati proprio i consiglieri dei partiti della coalizione che sostiene la Giunta, che hanno approvato gli emendamenti presentati dalla destra o che hanno scelto la via complice e vigliacca dell’astensione. Sono gli stessi consiglieri che hanno portato Enzo Bianco a diventare Sindaco della città per appena 500 voti nel 2013, senza i quali l’attuale Sindaco non sarebbe mai stato eletto.

La Giunta si è quindi vista sfiduciare, per l’ennesima volta, dal Consiglio Comunale. Dopo le bocciature delle proposte dell’Assessore Girlando sui rifiuti e sul bilancio e la bocciatura del regolamento sui dehors presentato dall’Assessora Mazzola, ora è toccato all’Assessore Di Salvo prendere atto in aula, definitivamente, che la Giunta Bianco non ha più il sostegno del Consiglio Comunale e che le scelte amministrative del Sindaco non riescono più a convincere neanche i suoi sostenitori e la sua coalizione.

Catania Bene Comune, facente parte del Comitato No Pua, insieme a tanti altri soggetti politici e associazioni è stata in aula durante le operazioni di voto per contestare la decisione del Consiglio e per ribadire la propria assoluta opposizione alla scelta dell’Amministrazione e del Consiglio Comunale di destinare altre zone verdi e incontaminate della città alla cementificazione.

Lo sviluppo della città non può passare dalla cementificazione e dalla speculazione finanziaria basata sulla conversione di aree agricole e verdi a zone edificabili. Lo sviluppo turistico e gli interventi sull’occupazione devono basarsi invece sulla riqualificazione “a cemento zero” delle zone già cementificate e abbandonate della città: viale Africa, il palazzo delle poste e le costruzioni limitrofe, via Cristoforo Colombo e l’area dell’ex cementificio, poi l’ex centrale del latte, palazzo Bernini, Vulcania. Lo sviluppo turistico e culturale deve passare dalla ristrutturazione e l’apertura al pubblico di beni straordinari come il Convento dei Gesuiti, dalla valorizzazione del nostro parco archeologico e di percorsi storici come quello che potrebbe interessare le antiche mura della nostra città o tutti i ritrovamenti di età preistorica, greca e romana disseminati nell’area urbana di Catania.

Solo chi pensa di gettare nuovo cemento sulle nostre coste non ha a cuore lo sviluppo della città. Le alternative esistono e sono tante. Fanno l’interesse di tutti e non di pochi uomini d’affari.

Annunciamo sin da subito la battaglia contro la variante al Piano Regolatore Generale “Centro Storico” che la Giunta presenterà nei prossimi giorni. Catania non ha più bisogno di varianti, di abbattimenti, di nuovo cemento ma di una pianificazione che salvi il nostro patrimonio dall’abbandono come dalla speculazione. Catania necessita invece di un nuovo Piano Regolatore Generale che le permetta di progettare, in maniera partecipata e condivisa, il proprio futuro. Fuori dalle logiche del profitto, perché la città è un bene comune.


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