Il progettista: "E' ostruzionismo |Il Consiglio decida se lo vuole o no" - Live Sicilia

Il progettista: “E’ ostruzionismo |Il Consiglio decida se lo vuole o no”

Il mega progetto di Stella polare non ha ancora visto la luce, anzi è al centro di un’accesa polemica alimentata, in ultimo, da quanto scritto dal comitato regionale urbanistico. Ma l'ingegner Paolo di Loreto è chiaro: "Se Catania non lo vuole -afferma - lo porteremo altrove".

CATANIA – Un progetto controverso, nato nel 2005 e che nel tempo si è dovuto adattare alle prescrizioni di legge e alle normative, mutate nel frattempo. E che non ha ancora visto la luce, anzi è al centro di un’accesa polemica alimentata, di quando in quando, dal comitato costituito ad hoc per contrastarlo. È il Pua, il piano urbanistico attuativo di Catania sud, o meglio una parte di questo, ovvero il progetto della società Stella polare che intende trasformare la zona della Playa alle spalle di viale Kennedy in un polo ricettivo e congressuale. Un grandioso progetto sul quale, la settimana scorsa, si è consumata l’ultima polemica. Il Comitato No Pua ha infatti avanzato la richiesta di rivederlo alla luce del verbale del Comitato regionale urbanistica.

Verbale contestato dallo stesso progettista, di Stella Polare, l’ingegner Paolo di Loreto, che ripercorre le tappe che hanno portato all’approvazione del progetto e spiega a LivesiciliaCatania cosa succederà adesso, dopo il parere del Cru. “La giunta Stancaneli – afferma – aveva dichiarato il progetto Stella Polare di spiccato interesse pubblico per le attività proposte, parco tematico, acquario, insomma, per le implicazione economiche, turistiche e occupazionali. Il progetto era stato ritenuto tale e, nelle more che noi lo presentassimo, sono intervenuti alcuni intoppi, come quello del vincolo aeroportuale. Che abbiamo prontamente risolto con la variante votata nel 2013. Il Progetto Stella polare, a quel punto, è diventato ancora di maggior interesse pubblico perché dei complessivi 1 milione 200 metro quadrati, il 41 per cento dovrà essere ceduto alla città in strade e parcheggi, insomma in opere di urbanizzazione”.

Come dire, una risposta a chi parla di speculazione e cementificazione selvaggia?

Beh, se si guardano tutti i piani regolatori nei quali viene applicata la perequazione, il rapporto di cessione al pubblico cui ci troviamo davanti è maggiore rispetto al solito. Il 41 per cento è di gran lunga superiore a qualunque conteggio matematico si possa fare su quelli che sono gli standard urbanistici. Quindi c’è quasi una vessazione a scapito dei privati. Già solo per questo il progetto andrebbe realizzato. Perché l’amministrazione riceverebbe il 41 per cento delle aree riqualificate. Inoltre, dell’area fondiaria su cui i privati possono operare, il 40 per cento deve essere destinata solo a verde. Il rapporto di copertura è il 12 per cento, l’indice di edificabilità è il 15 per cento, anzi il 14,78. Di quale opera speculativa stiamo parlando, di quale cementificazione del territorio stiamo parlando?

Relativamente al parere del Cru e alle osservazioni del Comitato No Pua, qual è la vostra posizione?

Nel parere Cru, parlo da urbanista e non da progettista di Stella Polare, la cosa scandalosa è che il Comitato sia entrato nel merito della zonizzazione di un territorio. Cosa che non può fare, essendo la materia di esclusiva pertinenza dell’amministrazione comunale. Il Comune ha il diritto-dovere di zonizzare e solo il Comune ha questa competenza, da sempre. Quindi, il parere travalica le competenze del Cru laddove intende variare la percentuale di verde, la percentuale di parcheggi, cambiare le norme tecniche di attuazione.

Dunque il Cru non avrebbe dovuto esprimersi su questi argomenti?

Quello del Cru è un parere legittimo, non è vincolante ma di fatto diventa l’oggetto del decreto approvativo. Il Comitato è uscito dal seminato però, e questo va stigmatizzato. Noi potremo presentare un ricorso al TAR, ma i tempi sarebbero così lunghi che l’opera non si farebbe. A questo punto, é chiaro che il consiglio comunale ritiene ancora di interesse pubblico il progetto Stella polare oppure no.

Cosa rende difficile, oggi, alla luce del parere del Cru, la realizzazione del progetto?

Noi riteniamo che questo progetto non possa andare avanti così non possa andare avanti perché ci sono troppi lacci e lacciuoli, che sembrano ai nostri occhi decisamente strumentali e pilotati. Chi c’è dietro questi comunicati? Chi ha permesso al Cru di emettere un parere fuori dalla normativa? Perché il Cru entra nel merito delle opere di urbanizzazioni, regolamentate attraverso convenzioni. Questa è una vessazione e una prevaricazione dei diritti del Comune.

Cosa impedisce, in pratica, al progetto di andare avanti?

Fondamentalmente la zonizzazione e l’aumento delle percentuali di verde pubblico, la diminuzione e rimodulazione dei parcheggi e le altezze e le percentuali di fotovoltaico. Oltre 300 metri dalla battigia, ad esempio, che competenze ha la sovrintendenza? Quali logiche riducono le altezze? Non stiamo facendo case né abitazioni: ma opere ludiche, culturali e ricettive. Ci aspetteremmo accoglienza, non ostruzionismo strumentale.

Cosa accadrà adesso?

Dal momento che la variante nasce anche ma soprattutto per il progetto Stella polare, che è ritenuto di interesse pubblico, noi chiediamo all’amministrazione comunale la coerenza con gli atti emessi in precedenza. La palla passa al Consiglio che per ben due volte ci ha dato ragione, e con due amministrazioni differenti, ha approvato il progetto. L’assemblea si è dimostrato molto più coerente e matura, con maggioranze invertite. Vedremo come si comporterà adesso. Siamo fiduciosi. Per Catania rinunciare al progetto significa veramente che ai nostri figli conviene andare all’estero. Ed è chiaro che noi non vogliamo imporre nulla a nessuno. Questi soldi, però, potranno essere investiti in altri luoghi che vogliono questo genere di interventi. Ce lo hanno chiesto. Se Catania non lo vuole ce lo portiamo da un’altra parte. Il consiglio comunale

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