CATANIA- Il piano di edificazione dei terreni di Mario Ciancio alla playa di Catania sarebbe, secondo la ricostruzione del Ros, elemento centrale degli equilibri politici e mafiosi della città. GUARDA IL VIDEO
Un affare colossale, da 500milioni di euro, del quale “S” si è occupato in tempi non sospetti, un fiume di soldi e un’immensa colata di cemento su terreni che la politica catanese è riuscita a rendere edificabili nonostante il vincolo assoluto della vicinanza all’aeroporto Fontanarossa. Su questo affare il Pm Antonino Fanara ha condotto un’inchiesta che si è avvalsa del prezioso lavoro del Ros.
Terra sabbiosa che vale oro, almeno 80milioni di euro in dote a Ciancio, sullo sfondo la strategia di Cosa nostra per entrare nell’affare, le relazioni pericolose dell’editore catanese e il ruolo della politica, da Raffaele Stancanelli e Enzo Bianco.
TENTATA CORRUZIONE- Dalle conversazioni emerge l’attenzione di Incarbone e Bissoli per un’inchiesta del mensile “S”, numero 39 del giugno 2011, nella quale si parla del mancato invio al consiglio comunale, da parte del nuovo direttore dell’assessorato all’Urbanistica Matteo Zapparrata, della delibera di presa d’atto del Pua fatta dal suo predecessore. Un passaggio “particolarmente significativo”, spiega il Ros, per comprendere il legame esistente tra Bissoli, Incarbone e Matteo Zapparrata, direttore dell’urbanistica del Comune di Catania. Per risolvere l’inghippo burocratico che rischiava di bloccare il progetto, Mariano Incarbone contatta direttamente Zapparrata e tenta di organizzare un appuntamento “così incominciamo a vedere le carte, così le cose importanti e poi il resto ci possiamo mettere mano…”, dice il dirigente comunale. All’improvviso qualcosa rischia di andare storto. Bissoli chiama Incarbone e gli chiede, riferendosi a Zapparrata, che voleva portare gli atti del Pua in consiglio comunale: “La domanda è …siccome il tuo amico di via Biondi ha dato un’interpretazione legislativa totalmente diversa da quella che dava il suo predecessore che mi porta un ritardo di un mese…secondo te lui lo fa per rompermi i coglioni o perché vuole qualcosa…”.
Incarbone nega, “no…no…non è tipo che fa perdere tempo…anzi ti posso garantire che…”.
“Tu -insiste Bissoli- avrai sicuramente l’occasione di dirgli che ti ho fatto questa domanda…e quindi di confermargli ovviamente quello che mi hai detto tu…che io mi sono stranito di questo…mi fa comodo che tu gli dica che io te l’ho chiesto”.
Mentre si avvicinano le elezioni comunali, siamo nel marzo del 2008, Incarbone non sa come dividersi con i politici a lui vicini. “Io non oso pensare -esclama Bissoli- tu come cazzo mo’ ti dividi tra Lombardo e Firrarello con i voti dei tuoi amici”. “Come faccio? -risponde l’imprenditore poi arrestato per mafia- tu pensa addirittura che questa sera dovevo essere anche a Palazzo Biscari che c’era la Finocchiaro”.
Tornando ai problemi burocratici del Pua, Incarbone, che avrebbe fatto con le sue imprese da general contractor per la realizzazione del progetto Stella Polare, assicura che Zapparrata non farà perdere tempo.
Nei giorni successivi Bissoli chiede a Incarbone di intervenire su Zapparrata con una “consulenza”, “certo, certo, ma perché quante altre ne abbiamo consulenze, scusa?”, dice a Incarbone, e aggiunge: “E per favore, abbastanza…gli dici che ti ho chiesto un parere, per favore, mi fai la cortesia di dirgli che ti ho chiesto il parere di come fare? Non dirgli che è una tua iniziativa”…
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