CATANIA – Via libera al Pua. Il Piano urbanistico attuativo Catania Sud, o meglio la delibera relativa ai rilievi mossi dal Comitato urbanistica regionale (Cru), presentata ieri sera in prima convocazioone, è stata approvata. Con 18 voti favorevoli, su 28 presenti, l’atto ha avuto dunque il via libera, seppur cambiato profondamente da due emendamenti presentati dal capogruppo di Area Popolare, Manlio Messina, che “stravolgono quanto presentato dall’amministrazione”, ha evidenziato Di Salvo in conclusione, prima di raddrizzare il tiro, parlando con i giornalisti subito dopo il voto, sottolineando comunque come l’atto non sia frutto della giunta Bianco ma sia stato presentato in continuità con la precedente amministrazione.
Fatto sta che Catania avrà il Pua, o meglio il progetto Stella Polare, senza le mitigazioni, o almeno non con tutte, inserite dal Cru nel parere, per rendere il complesso immobiliare, che avrà sede in un’area di circa 120 milioni di mq, meno invasivo dal punto di vista ambientale. E vedrà cambiare il volto della zona sud, che diventerà un mega complesso turistico ricettivo.
Ma non è questa la notizia, anche se potrebbe sembrare: il Pua, il progetto Stella Polare in sé, in realtà, era stato già approvato, nell’aprile del 2013. La seduta di Consiglio serviva ad adeguarne alcuni aspetti alle prescrizioni del Cru. Lo scandalo, per chi la vede come una colata di cemento, o la grande occasione, per i sostenitori del progetto come volano per l’economia etnea, era già stata deliberata dall’aula.
La notizia, piuttosto, è che a votare la delibera dell’amministrazione, stravolta anzi no, secondo l’assessore Di Salvo, dagli emendamenti di Messina, è stata l’opposizione, con un pezzettino di maggioranza che, a ben vedere, ha sempre espresso opinioni “fuori dal coro” su questo delicato argomento. Il folto gruppo di Articolo 4, dopo che il parere negativo ha costretto il presidente della commissione Urbanistica Rosatio Gelsomino a ritirare l’emendamento presentato per annullare, di fatto, i rilievi dal profilo ambientalista del Cru, non solo ha votato gli emendamenti dell’opposizione – in questo ha avuto la compagnia di alcuni colleghi di sponda, come il capogruppo del Megafono, Daniele Bottino, che sul secondo emendamento ha votato sì (per errore, afferma il consigliere) astenendosi sulla delibera – ma ha votato la delibera favorevolmente, a differenza del resto della squadra che sosterrebbe Enzo Bianco che si è astenuta o è uscita dall’aula.
Questo hanno fatto i consiglieri Agatino Lanzafame, Elisa Vanin e i membri di Catania Futura, che hanno preferito non partecipare al voto. Palesando le difficoltà di una maggioranza che si sarebbe trovata in minoranza. “Finalmente questo Consiglio comunale ha deciso di avere autonomia – ha dichiarato il capogruppo di Articolo 4, Nuccio Lombardo. Sul nostro gruppo ha pesato molto questa decisione, ma abbiamo voluto dimostrare la nostra autonomia dalle scelte che altri vogliono prendere al posto dell’assemblea”. Il riferimento è alle considerazioni del Cru, che secondo Lombardo e altri avrebbe usurpato prerogative del pubblico consesso, ma le parole del capogruppo potrebbero avere un significato politico ben più profondo.
Ovviamente, non si sono sprecate le accuse incrociate in particolare da parte dell’opposizione e nei confronti di chi, sedendo dall’altra parte della “barricata” nella scorsa consiliatura, aveva approvato il Pua da presidente della commissione Urbanistica, Alessandro Porto, e da capogruppo, l’oggi assessore Salvo Di Salvo, all’epoca esponenti della maggioranza in quota autonomista (VIDEO).
Dopo il voto di questa sera, dunque, due gli elementi da evidenziare: il progetto Stella Polare si farà, più o meno esattamente come da progetto approvato nel 2013, e il voto di questa sera è stata una vittoria da parte dell’opposizione e della parte della maggioranza che, a giudicare da come sono andate le cose, sembra non stare più bene al proprio posto. Un elemento che l’assessore Di Salvo ha cercato di ammorbidire parlando con la stampa. “Il nostro atto ha avuto alcune modifiche. Avevamo proposto – ha spiegato – una delibera che è stata emendata dall’Assemblea, alla quale ci eravamo rimessi dopo aver ottenuto le necessarie tutele del territorio grazie al ritiro di alcuni emendamenti. Com’è giusto fare in questi casi, i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, si sono poi comportati ciascuno secondo la propria coscienza”. Ma un elemento che potrebbe ripercuotersi negli equilibri futuri e avere un peso nel caso l’ipotesi del rimpasto si palesasse.
Approvati dall’aula anche due ordini del giorno. Il primo, a firma di Agatino Lanzafame e Elisabetta Vanin, Niccolò Notarbartolo, Antonino Vullo, Carmelo Coppolino, Giovanni D’Avola, che impegna l’Amministrazione ad opporsi all’apertura di nuovi centri commerciali sul territorio cittadino. Il secondo, a firma di Carmelo Coppolino e Alessandro Porto, Giovanni D’Avola, Ersilia Saverino, Agatino Lanzafame, impegna l’Amministrazione alla stipula di un protocollo di legalità con gli enti partners del progetto, la Prefettura, le Forze dell’Ordine e la Procura della Repubblica per scongiurare illeciti e infiltrazioni della malavita.