CATANIA – “Vogliamo ragionare con tutte le forze politiche”. In effetti la composizione della platea della sala congressi dell’Hotel Nettuno (che ha ospitato l’iniziativa) è decisamente bipartisan. La Uila, l’organizzazione dei lavoratori agroalimentari e forestali della Uil, ha lanciato una serie di proposte per fare ripartire l’economia e il settore agricolo. Il suggerimento è che i provvedimenti vengano presi nei primi cento giorni di governo perché come ha detto il segretario nazionale della Uila, Stefano Mantegazza, sono quelli che determinano il tipo di orientamento che il governo seguirà.
“Sono i giorni in cui il futuro esecutivo deciderà se avere una nuova politica economica o se vorrà fare l’ennesima stangata fiscale”. Per la ripresa il settore agroalimentare diventa centrale. Come hanno sottolineato il segretario regionale e provinciale della Uila, Gaetano Pensabene e Nini Marino. “L’agroalimentare è un settore che coniuga la possibilità di crescita anche occupazionale del Paese, la tutela e la valorizzazione del territorio, la capacità di generare vitalità sociale ed economica nelle aree rurali: l’unica opportunità per ridurre il crescente divario tra il Mezzogiorno e il resto d’Italia”.
Si tratta di un settore in cui sono impegnati oltre un milione e mezzo di lavoratori. Secondo i sindacalisti della Uila ci sono degli obiettivi strategici “la qualità delle materie prime, della produzione e del lavoro e una effettiva integrazione di filiera che ne è il presupposto”. Per fare questo, però, servono alcuni provvedimenti preliminari “riduzione del costo della politica e la riduzione della pressione fiscale”. Vari gli strumenti per sviluppare il settore alimentare: una riforma della Politica agricola comune che preveda il mantenimento degli attuali livelli di finanziamento comunitario delle produzioni agricole italiane, la destinazione dei contributi europei solo ai veri agricoltori, l’introduzione di sistemi assicurativi per proteggere i redditi agricoli da crisi climatiche e oscillazioni di mercato, norme che agevolano le imprese e le esportazioni e la promozione del Made in Italy.
Tutto questo va accompagnato alla tutela del lavoro (prolungamento degli ammortizzatori sociali in deroga), del sistema di welfare, la riforma del mercato del lavoro agricolo, il contrasto al lavoro in nero. Su questi temi si è avviato un dibattito con varie personalità del mondo della politica. Numerosi i candidati presenti. Sono intervenuti gli esponenti del Pd Giovanni Barbagallo, Giovanni Burtone e Maria Greco, Giovanni La Via e D’Asaro e Antonino D’Asero del Pdl, Giovanni Villari e Giuseppe Caudo del Megafono, Fabio Montesano della lista Monti, Antonio Caruso di “fare per fermare il declino”, Nino Cantali della “fiamma tricolore” e Cinzia Dato della lista “Centro democratico per Tabacci”. Tra i politici presenti in sala anche l’ex presidente della provincia Giuseppe Castiglione, il deputato regionale del Pds Dino Fiorenza e il deputato nazionale del Pd Giuseppe Berretta. Prima dell’iniziativa si è vista pure Marisa Acagnino, il magistrato (che sta valutando seriamente la possibilità di candidarsi a sindaco) si è intrattenuta per molto tempo con il segretario cittadino della Uil Angelo Mattone.