Punturo risponde a Codici: |"Chi non paga ha torto" - Live Sicilia

Punturo risponde a Codici: |”Chi non paga ha torto”

Il direttore generale dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Catania, Calogero Punturo risponde a tono al caso sollevato dall’ufficio legale Codici. “La prescrizione di un canone scaduto va eccepita dal cliente”.

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CATANIA. Non ha affatto gradito il caso sollevato da Codici e Calogero Punturo, direttore generale dell’Istituto Autonomo Case Popolari, ci tiene subito a fare alcune precisazioni. “E’ solo un attacco strumentale e distrattivo” – insorge scagliandosi contro l’avvocato Manfredi Zammataro, segretario regionale di Codici, il Centro per i Diritti del Cittadino. La nota diramata dall’ufficio legale riferisce di numerosi inquilini delle case popolari catanesi ai quali sarebbero inaspettatamente pervenute cartelle di pagamento che toccano quota anche 40 mila euro. I clienti nel timore di essere sfrattati si sarebbero immediatamente rivolti allo sportello Codici, sostenendo di non avere mai ricevuto nel corso degli anni alcuna notifica di atto interruttivo o sollecito di pagamento da parte dell’Iacp. Ma la prescrizione di una data somma non avverrebbe automaticamente così come ipotizzato dagli inquilini.

E il direttore Punturo, per iniziare, conferma che l’IACP di questi tempi – nel tentativo di recuperare parte delle somme dovute – stia procedendo con l’invio a raffica di diffide di pagamento ai tanti assegnatari che vivrebbero nelle case popolari senza pagare regolarmente il canone di locazione. Pena lo sfratto. “Purtroppo si è radicata – afferma – una errata convinzione che stiamo cercando di cambiare: la casa popolare si paga e non è gratis. Nel caso in questione non mi è dato sapere chi sia il cliente – precisa. Ma è molto probabile gli sia arrivata una bolletta simile, ne abbiamo inviate anche di 70 mila euro –aggiunge il direttore. Stiamo facendo verifiche a tappetto sui 9 mila alloggi che gestiamo. Quando riscontriamo dei debiti noi diffidiamo e intimiamo il pagamento. Chi non paga è sempre in torto”- precisa Punturo .

Contrariamente a quanto affermato da Codici, il direttore generale esclude, inoltre, che le somme dovute all’Iacp da parte degli inquilini in questione siano già state prescritte. “Io sono un ufficio pubblico, – spiega – dunque, non funziona in automatico così come si crede. La prescrizione va eccepita da parte del privato. Questo avviene nel momento in cui noi chiediamo il canone di locazione e l’interessato dimostra che nel corso degli anni l’Istituto non ha mai effettivamente emesso alcun atto interruttivo: può trattarsi anche di una lettera inviata tre anni fa. In quel caso – aggiunge – il cliente ha ragione a richiedere l’applicazione della prescrizione. Ma mi pare complesso e difficile che questo sia avvenuto. La verifica comunque spetta in primis all’Iacp caso per caso, e non di certo all’associazione Codici”. Ma Punturo è cauto quando si tratta del passato e non esclude clamorosi errori. “Può anche darsi, ma la responsabilità nel caso non sarebbe mia, ma delle precedenti dirigenze che non hanno svolto il lavoro come dovevano. Allora, potremmo anche aver perso dei canoni ”.

Un’eventualità non del tutto invero simile che, se provata, confermerebbe una pessima gestione dell’Istituto negli anni trascorsi. Lacune su lacune che adesso andrebbero a piombare sulle teste degli assegnatari morosi che nel tempo avrebbero erroneamente maturato la convinzione che le somme dovute fossero ormai prescritte. Ma Punturo torna a ribadire come il cliente che non paga non sia a prescindere da tutto mai in regola. “Loro immagino saranno comunque consapevoli di non avere mai pagato. – dice. Peraltro, i casi citati da Codici si riferiscono sicuramente a clienti che non hanno mai dato riscontro alle lettere di presentazione dei redditi per il ricalcolo dei canoni. Per legge, dunque, vengono posizionate nelle fasce più alte”.

Ad ogni modo, Punturo, dopo una veloce verifica esclude che siano giunti all’Istituto istanze di prescrizione e nega inoltre il pervenire di richieste di chiarimenti da parte di Codici. “Io non posso accettare – affonda –che l’avvocato Zammataro diffidi me dal diffidare i miei clienti. La minaccia di consegnare tutto alla Corte, ma che ben venga. Io faccio il mio lavoro. Sono obbligato e titolato a diffidare i clienti che non pagano e continuerò a farlo. Dal momento in cui non sono stati davvero emessi atti interruttivi sarò io personalmente a segnalare il caso alla Corte dei Conti. Ma è l’Istituto a verificare la prescrizione, Zammataro non può saperlo” – precisa. “Ci dessero i nominativi. La loro nota pubblicata tramite mezzo stampa è generalizzata e ha comportato che oggi molti persone venissero da noi preoccupati”.

Punturo, infine, alla guida dell’Istituto da due anni esatti, accenna ai risultati significativi ottenuti finora specie per quanto concerne la diminuzione della percentuale di morosità̀. “Siamo passati dal 64% al 50% di morosità al 31 dicembre 2015. Vale a dire che abbiamo già recuperato il 14% dei canoni. Ma c’è ancora una metà degli assegnatari che non paga. Noi continueremo con questa linea”- conclude il direttore generale dell’IACP di Catania, Calogero Punturo.

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