PALERMO – Ci sono anche le parcelle per le cause vinte dagli ex governatori Cuffaro e Crocetta. E in effetti, tra gli oltre 45 milioni di debiti fuori bilancio della Regione lasciati in eredità al governo Musumeci si trova un po’ di tutto. E adesso, questa montagna di soldi, dovrà arrivare all’Ars per essere approvata e quindi “legittimata”.
E così, ecco che i deputati si troveranno tra pochi giorni a fare posto, nel bilancio, ai circa 39 mila euro di parcella degli avvocati Crosta e Mangano che difesero Cuffaro in una causa di fronte alla Corte dei conti riguardante l’Ufficio stampa regionale. Circa 5 mila euro sono andati invece all’avvocato Lo Re che ha difeso Crocetta nel corso della scorsa legislatura.
Briciole, in fondo, rispetto ad altre voci che compongono la massa dei debiti fuori bilancio regionali: oltre 45 milioni, di cui 21 solo per le sentenze esecutive che hanno visto soccombere la Regione. Ma cosa sono i debiti fuori bilancio? Si tratta di somme che la Regione può riconoscere “ex post” seguendo le procedure previste dalle nuove norme contabili. Ma le tipologie di debito sanabili sono diverse. Tra queste, come detto, le spese legate a sentenze esecutive. Ma non solo. Tra le voci regolarizzabili ecco anche quelle relative alla “copertura dei disavanzi di enti, società e organismi controllati o, comunque, dipendenti dalla Regione, purché il disavanzo derivi da fatti di gestione” e quelle riferibili alla”acquisizione di beni e servizi in assenza del preventivo impegno di spesa”. Insomma, i deputati dovranno riconoscere i “buchi” di alcune società, e accettarne il ripianamento, oltre a regolarizzare acquisti compiuti senza un impegno di spesa.
I 21 milioni e rotti di “cause perse” riempiono oltre 30 pagine di tabelle. Una di queste pagine è però particolarmente controversa, visto che la Regione ancora non ha chiaro quale sia il dipartimento che dovrà sborsare la somma, dando esecuzione alla sentenza. E la mancanza di chiarezza nasce dal fatto che la vicenda che genera questo debito ha inizio parecchi anni fa. È la storia della New Energy, costellata da lentezze burocratiche che ora ricadono sulle casse pubbliche. In questo caso la Regione dovrà assicurare un maxi-risarcimento di quasi 13 milioni alla società romana che ha ottenuto solo dopo tre anni e mezzo il nullaosta per realizzare nella zona di Modica un impianto di energia alimentato da biomasse. Una storia che affonda nel 2005, quando parte la richiesta di autorizzazione. Dopo la conferenza di servizi sembra tutto ok. Poi tutto improvvisamente si ferma, almeno fino al 2010, quando arriverà il via libera della Regione: troppo tardi. La lunga attesa aveva fatto perdere alla società un finanziamento europeo da 13 milioni. Che adesso verrà restituito dalla Regione e accresce il monte dei debiti fuori bilancio dopo una sentenza del Cga del 2015.
Ma non solo, tra le cifre che formano il “buco” ecco spuntare anche il milione e mezzo che la Regione ha dovuto pagare al Parco dei Nebrodi allora guidato da Giuseppe Antoci: l’amministrazione non aveva infatti riconosciuto ai lavoratori alcune indennità e la corretta qualifica professionale e così ha perso di fronte al Tribunale di Palermo ed è stata condannata a pagare. Tra le cause perse, ecco quelle contro molti lavoratori della società regionale Multiservizi: in questo caso la somma sfiora i 176 mila euro. E ci sono perfino degli affitti non completamente onorati dalla Regione: quelli per l’edificio di via Imperatore Federico, sede del Dipartimento Lavoro. In questo il debito è di quasi 195 mila euro, frutto di un decreto ingiuntivo: la Regione non aveva onorato i suoi impegni dal 2008 al 2012.