Omicidio a San Berillo Nuovo |Di Stefano assolto in Appello - Live Sicilia

Omicidio a San Berillo Nuovo |Di Stefano assolto in Appello

In primo grado era stato condannato all'ergastolo.

la sentenza definitiva
di
1 min di lettura

CATANIA – È diventata irrevocabile la sentenza di assoluzione nei confronti di Francesco Di Sfefano emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Catania dalla pesante accusa di omicidio. E precisamente dell’omicidio di Daniele Paratore. ucciso il 18 aprile 2009 in via Bainsizza, nel rione di San Berillo Nuovo. In primo grado, Di Stefano (conosciuto nella malavita come “pasta ca sassa”) era stato condannato all’ergastolo. In appello, dunque, la sentenza è stata completamente ribaltata dopo il ricorso presentato dai difensori, gli avvocati Antonio Giuffrida e Luca Cianferoni.

I giudici di secondo grado hanno ritenuto che non ci fossero riscontri alle dichiarazioni di Michele Musumeci, detto Pamela, che si è autoaccusato del delitto del pusher di San Berillo Nuovo. È lui infatti il principale accusatore del boss dei Cursoti Milanesi (Francesco Di Stefano, insieme al fratello Carmelo, è considerato il capo del cosca). Nel corso del processo di primo grado e secondo grado sono stati acquisiti altri verbali di collaboratori di giustizia: Vincenzo Pettinati e, in un secondo momento, Ugo Rosario Angrì. Quest’ultimo avrebbe saputo direttamente da Musumeci, diverso tempo dopo il delitto, che ad uccidere Paratore sarebbero stati lui e Francesco Di Stefano. Il movente, ha raccontato il pentito, sarebbe stato da ricondurre alla “volontà di Paratore di spacciare da solo in Corso Indipendenza”, storica “piazza” dei Cursoti Milanesi.

“Attesa la inidoneità delle dichiarazioni del Pettinati e di quelle dell’Angrì – scrive la Corte presieduta dalla giudice Quartararo – a fungere da valido riscontro individualizzante, ne consegue che, non potendo la sommatoria di due riscontri “monchi” comporre un riscontro processualmente apprezzabile, la pur valida, in quanto attendibile, chiamata in correità del Musumeci, rimane, sotto il profilo processuale, isolata e come tale insufficiente a fondare l’affermazione di responsabilità del Di Stefano quale mandante ed esecutore materiale dell’omicidio”. La sentenza non è stata impugnata ed è diventata definitiva.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI