"Quale Europa vogliamo": i movimenti cattolici indicano le priorità

“Quale Europa vogliamo”: i movimenti cattolici indicano le loro priorità

L'iniziativa in vista delle elezioni dell'8 e 9 giugno
L'INIZIATIVA
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Quale Europa vogliamo. Riscoprire i fondamenti” è il titolo di una iniziativa promossa da Comunione e Liberazione, tramite il “Centro Culturale Il Sentiero”, sostenuta, attraverso la segreteria delle Consulta delle Aggregazioni laicali da un vasto arco delle associazioni e dei movimenti cattolici diocesani.

Obiettivo dichiarato subito dagli organizzatori: confrontarsi su alcuni dei tanti temi che dovrà affrontare il prossimo Parlamento europeo e aiutare gli elettori a superare il disinteresse verso le istituzioni europee. Un incontro comunque senza la presenza di candidati e senza alcuna indicazione di voto.

Ha aperto i lavori don Vito Impellizzeri, preside della Facoltà Teologica di Sicilia, che ha offerto la disponibile di quella facoltà a percorrere sentieri comuni su questo come su altri temi.

“L’iniziativa, – ha spiegato Patrizio Vitulo, responsabile diocesano della Fraternità di Comunione e Liberazione, – ha voluto raccogliere l’invito dei vescovi siciliani e della CEI a favore di un rinnovato impegno in occasione di queste elezioni”.

Proprio nel documento citato si auspica la condivisione di “spazi di incontro e dialogo finalizzati alla edificazione del bene comune, soprattutto innestando fiducia e speranza nel cammino verso l’Europa rinnovata”.

Vitulo ha raccontato come l’iniziativa sia partita dalla condivisione del giudizio, contenuto nel volantino della Compagnia delle Opere, sulla situazione europea con lo scopo di aiutare tutti a comprendere cosa ci sia in gioco nella attuale occasione elettorale.

“Pensiamo – ha proseguito Vitulo – che questo sia il modo migliore per aiutare la formazione di un discernimento che arrivi fino alla scelta del candidato, ma anche per offrire a tutti e soprattutto alla politica, un metodo di lavoro e di incontro che, per la sua dinamica, non è destinato a finire con le elezioni”.

All’incontro hanno preso parte Vincenzo Ceruso, segretario generale della Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali e Lorenza Violini, professore ordinario di diritto costituzionale all’Università Statale di Milano.

Sulla scorta di numerose domande poste ai relatori sono state affrontate alcune delle questioni più urgenti che occupano il dibattito elettorale, primo tra tutti quello della pace. 

Ceruso, facendo appello alla sua esperienza maturata in tanti anni all’interno della Comunità di Sant’Egidio, ha ripercorso le tappe più significative che la Chiesa italiana ha fatto nel dopoguerra, a partire dallo storico incontro di Assisi del 1986, attraverso il Magistero dei Papi che hanno sempre invitato, cattolici e non, a mettere insieme i propri sforzi per offrire a tutto il mondo una prospettiva in grado di unire gli uomini non su contingenti strategie, ma su prospettive di lungo periodo.

A tal proposito, Ceruso ha riconosciuto come purtroppo “si sia smarrito in tempi recenti il senso di una storia comune, e si sia dissipato un patrimonio comune” che necessitano di essere recuperati “sia nello spessore storico che in quello spirituale”.

E proprio facendo appello allo “Spirito di Assisi” del 1986 e al recente documento di Trieste del 4 maggio scorso, in cui numerose associazioni e movimenti cattolici hanno sottoscritto un documento in preparazione alla prossima Settimana Sociale dei Cattolici, dal titolo “Al cuore della democrazia”, ha affermato che i cattolici in Italia, lungi dal rievocare trascorsi sul partito unico oggi non più proponibili, possono essere “promotori di una visione politica ed anche culturale” in grado di offrire alcuni valori su cui anche altri possono ritrovarsi”.

Pensando a questi altri, Ceruso ha fatto riferimento anche ai tanti giovani poco interessati alla politica ai quali è necessario offrire “prospettive di impegno e percorsi educativi”, cui in fondo sono interessati anche se non sempre ne hanno piena consapevolezza.

Anche Lorenza Violini ha voluto affrontare la problematica dei giovani, affermando che occorre offrire loro innanzitutto “luoghi di partecipazione e di aggregazione” in grado di aprire spazi e orizzonti, che magari non sono in grado di intuire.

Il centro del suo intervento è stato occupato dalla domanda che le è stata posta sui limiti e le opportunità che l’Europa può e deve offrire.

“Certo l’Europa di oggi – ha detto la Violini – non è quella dei padri fondatori, che avevano necessariamente un orizzonte più ristretto. L’Europa ha funzionato certamente sul piano economico, offrendo a tante nazioni un livello di benessere economico che forse non avrebbero raggiunto”.

Ma non ha mancato di indicare anche altre sfide e obiettivi che non ha potuto conseguire soprattutto perché “l’Unione Europea – ha spiegato – non è uno Stato, ma è il frutto di accordi tra Stati. E proprio per questo occorre prendere atto che se molta strada è stata fatta, molta altra se ne deve ancora fare.”

Patrizio Vitulo ha anche affrontato il tema della democrazia e della pace. “Per costruire l’Europa – ha detto – i padri fondatori hanno scommesso su una concezione della persona come “relazione” e di conseguenza hanno valorizzato l’originalità di cultura e di tradizione dei popoli: così è stata consentita, nei decenni successivi, una esperienza di democrazia reale, partecipata”.

“Nel tempo, purtroppo, quella concezione di persona relazionale è stata sostituita da quella più astratta di “individuo”, atomizzato e frammentato, sempre più impaurito e facilmente da manipolabile in un rapporto diretto con il potere, senza alcuna intermediazione”.

In particolare, sul tema della pace ha ricordato come tutti gli eletti di qualunque schieramento, dovranno confrontarsi con scelte coraggiose come quelle assunte nell’immediato dopoguerra in un contesto certamente non più facile di quello odierno.

A chi ha chiesto come proseguirà questo lavoro ha risposto: “In queste settimane sono stati promossi numerosi incontri. Il lavoro continuerà con una iniziativa promossa dalla Compagnia delle Opere insieme all’associazione italiana dei Centri Culturali e alla Fondazione Meeting di Rimini, attraverso un gruppo di lavoro finalizzato ad approfondire come i valori cristiani, che hanno originato la Comunità Europea, siano determinanti oggi per l’esistenza di un progetto comune. Sarà probabilmente una piattaforma di incontro e dialogo con sede a Bruxelles”.


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