Quando Corrado Lorefice| insegnava a Catania - Live Sicilia

Quando Corrado Lorefice| insegnava a Catania

Il ricordo del già preside dello Studio teologico San Paolo Gaetano Zito.

teologia e curiosità
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CATANIA – Esordisce con una battuta il già preside dello Studio Teologico San Paolo, Gaetano Zito: “Diciamo che Corrado collaborava con me”. E sorride. Parla di Lorefice, l’attuale arcivescovo di Palermo. Una cattedra importante la sua, ma prima ancora in curriculum c’è quella di Teologia morale a Catania. Non proprio la stessa cosa, è chiaro. “Sono stato io a nominarlo docente incaricato” – racconta Zito e aggiunge: “Con lui c’è stata una collaborazione fraterna e franca. La sua docenza è stata sempre improntata a un ottimo rapporto con gli studenti accompagnato a una grande rigorosità nella preparazione delle lezioni. Insomma: metodo, impegno e cordialità: gli stessi ingredienti che sta portando avanti nel ministero episcopale”. Un bel ricordo dunque. E tra gli ex studenti c’è chi ha fatto di tutto oggi per salutarlo. “Le sue lezioni erano piene, forniva una valanga d’informazioni, parlava due ora di fila senza perdere un minuto”, racconta uno di loro. “Agli esami faceva di tutto per non bocciare il candidato, anzi parlava più lui, sempre attento a chiarire ogni passaggio”.

Agata, don Puglisi e gli attuali martiri della Siria. Durante l’omelia tenuta stamani, Lorefice ha sottolieneato il valore forte della testimonianza cristiana. “Non viviamo in un contesto di persecuzione fisica, lo stesso però siamo chiamati a vivere coerentemente le ragioni del nostro battesimo”, suggerisce Gaetano Zito commentando le parole dell’ex collega: “Ecco perché, guardando alla festa in onore della nostra patrona, non bisogna scadere nel devozionismo, ma recuperare le ragioni di una testimonianza coraggiosa”.

L’arcivescovo di Palermo ha citato anche un altro gigante del Novecento, Giuseppe Dossetti, il quale credeva che la tensione escatologica dei cristiani deve aiutare i contemporanei a liberarsi da ogni schiavitù. Un’invettiva che va tradotta sia in termini spirituali che sociali e civili. Ne è convinto anche il gesuita Gianni Notari, napoletano, sociologo, e parroco del Crocefisso dei miracoli di via Umberto: “Lo sguardo a ciò che sarà la nostra condizione futura – spiega il gesuita Gianni Notari –  ci permette di affrontare questo presente nel realismo delle situazioni. I cristiani devono vivere con lo guardo al futuro – aggiunge –  e sono chiamati a generare un futuro figlio della responsabilità posta in questo presente”.


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