Quei neonazisti fanno ridere | Ma sono figli dell'ignoranza - Live Sicilia

Quei neonazisti fanno ridere | Ma sono figli dell’ignoranza

Commenti

    bel discorso… si usa un fatto generato da “quattro scemi” (condivido) per poi però in qualche modo associarlo e utilizzarlo per definire “ignorante” il punto di vista scomodo della ormai maggior parte delle persone o per etichettare “neo-nazzista” chi vuole impegnarsi politicamente a cambare le cose. Questo è solo un modo di utilizzare una situazione estrema per poi denigrare a priori tutti quelli che non sono allineati con il pensiero voluto dall’establishment…

    buongiorno, vorrei chiedere al sig.Dalì cosa intende per ignoranza o ignorante, perchè effettivamente se per ignoranza intende la mancanza di cultura e conoscenza che porta alcuni soggetti ad essere influenzati e trascinati in atteggiamenti discutibili, vorrei ricordagli che questa stessa mancanza di cultura e conoscenza che sta condannando è la stessa che ha difeso con la nomina del ministro Bellanova. Non perchè il ministro sia o possa essere una neo-nazista ma perchè la mancanza di cultura è sempre una MANCANZA che ti influenza e trascina in atteggiamenti, idee e comportamenti che non si è in grado di valutare realmente e pienamente e ciò vale per tutti… per persone insoddisfatte che per ignoranza sfogano la loro insoddisfazione in svariati modi e per ministri che per mancanza di cultura danneggiano un paese.

    In democrazia non si può accettare di dar spazio agli intolleranti. Detto e condiviso questo, bisogna prestare attenzione ad un espediente retorico oggi abusato. “Fascista/nazista” lo si è iniziato ad usare in modo destoricizzato, decontestualizzato e strumentale.
    Fascista/nazista” non rimanda più a chi si richiami o difenda il fascismo storico ma è un epiteto riassuntivo di chi abbia fatto dell’uso della forza uno strumento privilegiato, di chi non sappia discutere serenamente e democraticamente, di chi sia razzista e portato a ritenere che la razza sia un motivo di superiorità umana e sociale. Detto questo però, fatti salvi piccoli gruppi di facinorosi ininfluenti nel panorama politico italiano, la gran parte delle persone di destra non è assolutamente fascista, non è statalista, non è razzista, non è favorevole a tacitare con la forza chi la pensa diversamente.
    Francamente, mi dispiace dirlo, ma ne sono convinto! trovo molto più arroganti, intolleranti e se vogliamo “fascisti/nazisti”, nel senso destoricizzato che dicevo prima, molti degli antifascisti di professione dei nostri tempi che non gli esponenti della destra attuale.
    In ogni democrazia che funzioni ci vogliono una sinistra e una destra che si alternino, con proposte diverse e talvolta antitetiche, ma se vogliamo essere e rimanere un sistema democratico, non possiamo delegittimare con i termini: “razzista”, “fascista”, “xenofobo”, chi la pensa diversamente dal buonismo smielato e interessato dell’altra parte.
    «In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti.» (Ennio Flaiano)

    Intanto a furia di studiare e analizzare, il fascismo prova a ritornare mentre Che Guevara non c’è mai stato e nemmeno c’è paura che venga.

    Il fascismo prova a ritornare nella fantasia tua.

    Basta aprire gli occhi per capire che per fascismo si intende il disprezzo per il diverso, la mortificazione del debole, la ridicolizzazione e la mortificazione del pensiero libero, il nazionalismo sbandierato, il lassismo verso gruppi ch esi dichiarano esplicitamente neo-fascisti.

    Ed è ciò che illustri quarte linee della politica di ieri oggi diventate prime linee hanno assunto come sostanziale programma politico.

    Non si parla certo degli alallà, del fucile e moschetto e del fascio littorio. E le paludi pontine sono già state bonificate per fortuna. Ora col sottotitolo spero di essere stato più chiaro.

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