CATANIA – E’ troppo presto per condannare. Ma la posizione di Zakaria Ismaini, il marocchino arrestato per l’omicidio di Letizia Consoli, si aggrava di ora in ora rispetto alle indagini degli inquirenti di Rimini per la morte di Anna Maria Luna Stellato. La giovane fu trovata annegata il 14 luglio 2012 a Torre Pedrera e da qualche settimana la Procura ha riaperto l’indagine. Il sospettato numero 1 è il magrebino, l’ultimo ad averla vista viva. E’ la madre della vittima a dare un elemento che accrescerebbe il numero di coincidenze con gli altri due delitti di cui è accusato: quello di Catania e quello di un pensionato di Brindisi. Il profilo facebook di Anna Maria sarebbe stato cancellato. Lo stesso era successo per quello di Cosimo Mastrogiovanni, 64enne trovato carbonizzato in una villetta di Latiano il 13 novembre del 2014. Il figlio aveva segnalato ai carabinieri che non solo era scomparso il pc portatile del padre ma che anche il suo diario social era stato depennato.
E dire che Zakaria era stato interrogato per quella morte, ma per lui era scattata soltanto una denuncia per omissione di soccorso. Pochi giorni fa, da queste pagine Vincenzo Occhiato aveva lasciato spazio al suo dolore di orfano, alla sua richiesta di giustizia, ai suoi dubbi su una morte evitabile. Perché non è stato arrestato prima? Un perché legittimo.
E il profilo del serial killer sembra cristallizzarsi sul volto di Zakaria Ismaini, oggi rinchiuso nel carcere di Siracusa. E chissà se il suo nome non entrerà nel registro di altri fascicoli di omicidi ancora irrisolti. E ci sono fattori che si ripetono in maniera agghiacciante. Partiamo dalle vittime: tutte persone in qualche modo solitarie. Letizia con le sue lunghe passeggiate alla playa. Cosimo che cercava amici su internet. Anna Maria con la sua storia travagliata. E poi c’è il fuoco per distruggere le tracce: elemento in comune con il delitto in Puglia e quello della cinquantenne catanese. E il mare per liberarsi del cadavere: un legame che stringe Letizia alla giovane annegata a Rimini. E oggi c’è un profilo facebook cancellato da uno sconosciuto, che scompare dal web mentre l’acqua ingoiava Anna. L’assassino del pensionato di Brindisi avrebbe fatto la stessa cosa. Un’impronta che poteva portare dritto al suo assassino. E gli investigatori stanno lavorando per capire se l’omicida è lo stesso. Si indaga per capire se siamo davanti a un serial killer.