"Quel segno della croce dice morte | Ma io provo grande compassione" - Live Sicilia

“Quel segno della croce dice morte | Ma io provo grande compassione”

Il pusher si fa il segno della croce

Il blitz anti-droga e quel gesto del pusher. Parla padre Cosimo Scordato.

PALERMO- Un gesto semplice. Il pusher che si avvicina alla macchina di un cliente. Si perfeziona lo scambio tra droga e soldi, secondo la cronaca fin qui disponibile. Chi ha comprato se ne va. Chi ha venduto si fa il segno della croce. Ecco il rito immortalato dagli investigatori che hanno realizzato un blitz anti-spaccio allo Sperone. Un gesto semplice come un pugno in faccia. L’associazione tra il bene e il male che non percepisce la sua stessa bestemmia.

Padre Cosimo Scordato, sacerdote all’Albergheria, è un uomo che conosce la teologia e le persone e sceglie sempre la misericordia per le seconde.

Ora commenta: “Sì, ho visto anche io quel rituale che mi ha dato l’impressione di un fraintendimento di fondo. Tutto nasce da una gestualità lontana. I nostri mercanti, quando riuscivano a vendere il primo articolo in un giorno di mercato, si segnavano per gratitudine e per buon auspicio. Era una benedizione della fatica. Qui c’è l’equivoco grossolano di abbinare il segno della croce, cioè Dio che si dà a noi, Dio che regala la vita, alla circostanza di smerciare droga, cioè alla morte. Non è il pane che si sta offrendo, è un pane che ha il gusto del veleno. Un abbinamento inconciliabile”.

“Eppure – continua don Cosimo – io provo compassione per queste persone. Provo compassione per chi spaccia e magari mi dice: ‘Sa, padre, dobbiamo portare un pezzo di pane a casa, ancora una volta il pane frainteso, come se il crimine fosse un lavoro. E io rispondo: tu fai parte dello sfruttamento, di un circuito mafioso, di un contesto di morte. Io sono un prete e bacio le mani di chi lavora onestamente. Quelle sono mani che volano. Le mani piene di morte strisciano”.

Ma lo Sperone è una terra di confine, un crocevia di sensi contrapposti, in cui, talvolta, non ci si raccapezza. Per fortuna, ci sono anime operose, tra la scuola e la strada, che quotidianamente agiscono per la riduzione del danno.

Ma Palermo è una frontiera, dove è complicato distinguere, spesso, gli angeli dalle creature del sottosuolo. Dove certi mammasantissima si ritengono buoni cristiani perché vanno in chiesa. Si inginocchiano sulla panca in prima fila. E sono convinti di parlare con Dio.

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