Quella volta che i panni sporchi non si lavarono in famiglia - Live Sicilia

Quella volta che i panni sporchi non si lavarono in famiglia

Una incredibile storia di corna e "punizione" avvenuta anni fa a Palermo.

L’omertà, mito secolare della Sicilia di un tempo, cade anche nelle storie d’onore. Una volta l’infedeltà coniugale di una donna sarebbe stata soffocata dal silenzio a tutela della rispettabilità del maschio tradito. A Cruillas, uno dei quartieri più poveri e degradati di Palermo, per una volta hanno deciso che i panni sporchi non si lavano in famiglia. Anche se è una famiglia colpita nell’onore. Al contrario, bisogna esporli ai quattro venti perché tutti possano sapere e, soprattutto, tutti posano giudicare.

Una sorta di rivoluzione culturale a sorpresa, scatenata dalle inquietudini sessuali di un’avvenente fanciulla, regolarmente sposata, beccata in auto mentre era avvinghiata a un atletico giovanotto di un sobborgo della periferia palermitana nel bel mezzo di un rapporto sessuale completo. In altri tempi, l’infamia sarebbe rimasta rigorosamente segreta. Stavolta no. Il tradimento non poteva restare impunito. Ma non ci sono state vendette a sangue caldo: né duelli rusticani, né imboscate con le armi in pugno, né passate di legnate all’incauto rubacuori.

La fedifraga è stata costretta a subire l’umiliazione più cocente. Raggiunta in casa dalla suocera e da quattro cognati nelle ore pomeridiane, mentre dormiva beatamente, è stata aggredita, picchiata, spogliata e trascinata sul balconcino che dà sulla strada. E mentre la gente si fermava ad osservare la ragazza in slip e reggiseno, la suocera giustiziera si è messa a gridare a squarciagola: “Guardatela questa buttana, guardatela: ha tradito mio figlio. Lo ha fatto cornuto, grandissima pulla”.

Immaginate lo stupore. Una scena del genere non si era mai vista. Ma superato lo smarrimento, giù qualcuno ha applaudito, dando il proprio consenso alla punizione, altri hanno abbozzato sorrisi imbarazzati. E lei? Lei, la chiameremo Maria, venticinque anni, una cascata di riccioli neri che scivolano sulle spalle, bellezza mediterranea e carattere ribelle, è rimasta pietrificata, incapace di accennare la benché minima reazione. Gli spettatori di tanto spettacolo fuori programma raccontano che la ragazza non ha spiccicato neppure una parola e si è chinata su se stessa per nascondere almeno il viso esposto al pubblico ludibrio.

E’ una storia di alcuni anni fa. Il marito, qui lo chiameremo Giovanni, era un povero Cristo sulla trentina che lavorava a tempo nell’edilizia quando poteva si rifugiava in taverna, davanti a un fiasco di vino o per qualche giro di “tocco”. Un matrimonio non certo felice, quello tra Maria e Giovanni. Litigi da mattina a sera, qualche schiaffo che volava troppo spesso, urla, pianti, incomprensioni. E continui pedinamenti dei sospettosissimi familiari di lui ogni qualvolta lei metteva il naso fuori di casa. E’ stato così che la suocera ha scoperto la scappatella di Maria, colta in flagrante in atteggiamenti inequivocabili con quel tale mai visto prima. Convocato d’urgenza il consiglio di famiglia, è stata votata all’unanimità la spedizione punitiva. E pazienza che sul malcapitato coniuge pesasse, allora e per sempre, l’onta disonorevole delle corna matrimoniali.

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