CATANIA. La questione è seria. E rischia di trascinare con sè, così come accade di anno in anno, le produzioni ed i raccolti di innumerevoli agricoltori. Dalle parti della Piana di Catania si fatica a reperire quelle qualità d’acqua necessarie a far fronte alle necessità degli agrumeti in una stagione 2023 che si preannuncia non diversa rispetto a quella del recente passato.
“Veniamo vilipesi da una inadeguata gestione delle risorse idriche, comprese quelle azioni giudiziarie collettive che mirano all’annullamento di norme regolamentari irrigue inique al punto da richiedere corrispettivi fissi e gravosi a prescindere da prestazioni irrigue meramente simboliche”, scrivono in una dura nota i vertici del Comitato Spontaneo degli Agricoltori della Piana di Catania.
E nelle scorse ore, il Presidente Gabriele Bellamacina ed i componenti del direttivo Salvo Scuto e Manna Salvatore hanno pure convocato un incontro in Contrada Iannarello nel tentativo di sollecitare l’intervento in primis del Consorzio di Bonifica e, immediatamente dopo, della Regione.
Il grido d’allarme
“Il nostro è un grido verso quella che si prospetta essere un’altra annata irrigua come sempre piena di problematiche non indifferenti; già risapute e da diversi anni presentate al Consorzio di bonifica e di riflesso alle istituzioni regionali e nazionali”, proseguono i componenti del Comitato.
“Ad oggi – proseguono -, nonostante la nostra piena collaborazione, non abbiamo trovato riscontro alle problematiche sollevate e, nonostante le tempestive segnalazioni, anche lo stesso bacino di Lentini non vede ripristinate le pompe di rilancio né le correlate condotte”.
L’interlocuzione con la Regione
“Nei giorni scorso abbiamo incontrato l’assessore Regionale all’Economia Marco Falcone al quale abbiamo rappresentato l’imminente arrivo di una stagione di siccità dovuta, appunto, alla conosciuta assenza di risorse idriche nei vari bacini del comprensorio agricolo. L’assessore ci ha manifestato vicinanza e comprensione chiedendoci il tempo di relazionarci con gli Enti di competenza”.
Il caso Simeto
Accade tutto in contesto in cui l’acqua sarebbe pure stata raccolta all’interno del grande invaso di Ponte Barca che raccoglie il passaggio del fiume Simeto. Ma, a bocce ferme, va detto che l’operazione di bonifica dalla fanghiglia (così come in tanti altri siti) non è stata avviata; che parrebbero mancare le paratie alle relative guarnizioni; che non vi sarebbe alcuno sbarramento per rallentare il flusso del fiume.
Tradotto: non è una buona notizia per gli agricoltori.