"Quell'interrogatorio con Mutolo | e il disappunto di Paolo" - Live Sicilia

“Quell’interrogatorio con Mutolo | e il disappunto di Paolo”

Guido Lo Forte

Vincenzo Scarantino, detenuto con l'accusa di violenza sessuale nell'ambito di un'inchiesta della procura di Torino, è presente in aula.

Trattativa, Lo Forte
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PALERMO – E’ cominciata con la deposizione del procuratore di Messina Guido Lo Forte l’udienza odierna del processo per la strage di via D’Amelio che vede imputati, davanti alla corte d’assise di Caltanissetta, i boss Vittorio Tutino e Salvo Madonia e i falsi pentiti Vincenzo Scarantino, Calogero Pulci e Francesco Andriotta. Scarantino, detenuto con l’accusa di violenza sessuale nell’ambito di un’inchiesta della procura di Torino, è presente in aula. Lo Forte, che all’epoca dell’uccisione del giudice Paolo Borsellino era sostituto procuratore a Palermo, ha parlato della gestione della collaborazione del pentito Gaspare Mutolo, affidata dall’allora procuratore Pietro Giammanco all’aggiunto Vittorio Aliquò.

“Mutolo nel prospettare la sua intenzione di collaborare con la giustizia – ha detto – fece sapere di voler parlare con Borsellino, cosa che spinse Giammanco a disporre, nella delega ad Aliquò, una clausola che prevedeva una sorta di coordinamento con Paolo Borsellino”. “Paolo mostrò un certo disappunto – ha aggiunto – per non essere stato investito formalmente delle indagini relative a Mutolo, tanto che con una battuta ci disse che era inutile che lui partecipasse agli interrogatori”. Formalmente la collaborazione del pentito cominciò l’uno luglio del 1992. All’interrogatorio partecipò Borsellino che fu poi presente anche ai due successivi interrogatori fissati al 16 e al 17 luglio. Lo Forte ha ricordato che Borsellino si allontanò dal luogo in cui avvenivano i colloqui con Mutolo per alcune ore. Nel corso di una delle pause il magistrato disse ai colleghi che sarebbe andato al ministero dell’Interno. Il teste non ha saputo dire se durante le pause degli interrogatori successivi Borsellino incontrò l’ex dirigente del Sisde Bruno Contrada e il capo della polizia Vincenzo Parisi. “Dopo la strage – ha spiegato – seppi che si era diffusa la voce secondo la quale Mutolo aveva anticipato a Borsellino di avere cose da dire su Contrada (poi condannato per mafia ndr) e sul pm Domenico Signorino (accusato di collusioni mafiose e morto suicida ndr)”.

(Fonte ANSA)

 


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