"Il Pd per mesi con Lombardo | ha liquidato Crocetta in 2 ore" - Live Sicilia

“Il Pd per mesi con Lombardo | ha liquidato Crocetta in 2 ore”

di ALESSANDRO BALSAMO - "Non serve un partito contro il suo presidente né tantomeno un presidente contro il suo partito. Forse qualcuno preferisce tenersi Rinaldi, Vitrano e Crisafulli. L'attuale classe dirigente non ha la forza di accompagnare il vero cambiamento. E così corriamo il rischio di perdere un'occasione unica per la Sicilia".

La lettera
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7 min di lettura

PALERMOOggi ricopre il ruolo di segretario particolare dell’assessore regionale alla Formazione Nelli Scilabra. Ma per anni è stato uno dei più stretti collaboratori di Rosario Crocetta, nel periodo in cui l’attuale governatore era un europarlamentare. A poche ore dalla direzione regionale, Alessandro Balsamo invia una lettera a Live Sicilia con la quale lancia un invito al “suo” partito (è iscritto al Pd). Riceviamo e pubblichiamo.

“Voglio scrivere qualcosa di parte, perché lo sono. Sarebbe ipocrita non scriverlo sin dall’inizio, ho conosciuto Rosario Crocetta nel 2009 e ho lavorato al suo fianco per tre anni a Bruxelles, al Parlamento Europeo. Nel 2012 abbiamo vinto le elezioni regionali in Sicilia e da una anno continuo a far parte della sua squadra. Così, per mettere le cose in chiaro.

La Sicilia è stata governata da Salvatore Cuffaro e da Raffaele Lombardo per 11 anni. Due Presidenti della Regione eletti dal centrodestra siciliano che ha monopolizzato la gestione del potere per un decennio lungo, molto lungo. E dopo cosa succede? Accade che in Sicilia il centrodestra si sgretola e si frantuma in mille pezzi, vittima delle sue contraddizioni e di una sete di potere che non può più soddisfare i suoi caporali e i loro subalterni. Era il centrodestra di Forza Italia e dell’Udc di Cuffaro, era il centrodestra del Pdl, dell’Udc ancora Cuffariano e di quel carro armato elettorale che fu il Movimento per l’Autonomia di Lombardo.

Poi a dire il vero c’è stata quella strana fase che in molti addebitano all’avanguardia di quel famoso laboratorio siciliano, di cui a dire il vero ancora non si comprende molto. E su questo una piccola considerazione tocca farla, il Partito Democratico congelò il dibattito politico al suo interno sullo stare o il non stare con Raffaele Lombardo. Direzioni infuocate, Lombardiani e anti lombardiani, Crisafulliani e Cracolumiani, buoni e cattivi, alieni contro esseri umani.. insomma una pagina grottesca della storia del centrosinistra siciliano che si attaccava, si dilaniava si autoflaggellava.

Eppure tra richieste di referendum interni per “determinare la linea politica” e direzioni infuocate si andò avanti per mesi e mesi, nell’ipocirisia di non essere al Governo, ma di sostenere “le leggi buone per il popolo siciliano”. Boh? E che significa? Ma il surrealismo democratico siciliano assume un carattere ancora più profondo quando il Presidente della Regione Siciliana è Rosario Crocetta. Primo Presidente di sinistra eletto direttamente dal popolo siciliano nella storia della Sicilia, e forse (senza alcuna polemica) il primo presidente di sinistra in assoluto, visto che al governo con Angelo Capodicasa (eletto dall’Ars) c’erano proprio Salvatore Cuffaro, Bartolo Pellegrino, Vincenzo Lo Giudice e altri, tra cui Mirello Crisafulli. Insomma si poteva anche aggiungere Godzilla ma non era disponibile al tempo. E quindi che succede quando Rosario Crocetta, candidato del Partito Democratico, vince le elezioni? Dopo 9 mesi, in una direzione regionale di sole due ore, una ventina di dirigenti contro una decina decidono di sfiduciare il Presidente e intimare gli assessori isciritti al Pd il ritiro della propria delega. Due ore per Rosario Crocetta, mesi e mesi per Raffaele Lombardo. Mi pare normale.

Ora, secondo me chi ha determinato quella decisione era davvero poco lucido quella sera, e continua ad esserlo. Perché non riesco a capire come il gruppo dirigente che storicamente è stato sempre all’opposizione in questa terra, per la prima volta che si trova al Governo metta a rischio un’opportunità storica per la Sicilia. Qualcuno ha addirittura detto “prima il Pd, poi la Sicilia”, beh..ricordiamoci che i partiti sono strumenti previsti dalla nostra Costituzione per organizzare la vita politica finalizzata al bene comune, cioè al servizio del popolo, non dei partiti e dei loro deputati. Quindi, sinceramente, prima la Sicilia e poi tutto il resto. E in tutto il resto si chiarisca quale partito, se quello di Rinaldi, Genovese, Riggio, Vitrano e Crisafulli o quello di donne e di uomini al di sopra di ogni sospetto. Perché vedete, io ci credo nel Partito Democratico, ma in un partito che abbia la capacità di rinnovarsi, di cambiare se stesso e la società, una società che oggi, tra le tante cose, governiamo.

Il Partito Democratico ha al suo interno tante risorse, e per essere chiari, non credo che gente come Giuseppe Lupo, Antonello Cracolici, Baldo Gucciardi e altri dirigenti di questo partito vadano azzerati. Si possono contestare le scelte politiche assunte, le decisioni prese, la gestione di un percorso politico, ma il tutto dentro una naturale dialettica interna al partito. Sono uomini che hanno una storia politica alle spalle, sono persone perbene e questo, in Sicilia, mi basta.

Sarebbe sbagliato aprire uno scontro tra buoni e cattivi. Non serve un Partito contro il suo Presidente né tantomeno un Presidente contro il suo Partito, abbiamo la necessità di donne e di uomini che insieme lavorino per cambiare la Sicilia. Io ritengo, però, che questo gruppo dirigente non abbia la forza sufficiente per reggere la sfida che abbiamo davanti. Io sono convinto che per cambiare questo soggetto politico, dobbiamo affiancare a loro forze nuove, dobbiamo affiancare alle loro idee e alle loro proposte una nuova agenda politica e culturale.

Dobbiamo coniugare le idee del Governo a quelle del Partito, altrimenti falliremo davanti ai siciliani, davanti agli italiani e agli occhi del mondo. Perché forse qualcuno non si è accorto che qualcosa è cambiato, qualcuno non si è accorto che il Washington Post e il New York Times hanno dedicato numerose pagine alla Sicilia e al suo Presidente, e non perché indagato per mafia, ma per la sua battaglia contro le mafie e contro la corruzione. Il mondo ci sta guardando, l’Europa ci sta guardando, l’Italia ci sta guardando. Ma soprattutto ci guardano le siciliane e i siciliani che sono arrivati al limite, al massimo della disperazione, al massimo della rassegnazione dopo 11 anni di Cuffaro e di Lombardo.

Rosario Crocetta non è un normale Presidente della Regione, non è un normale uomo al potere. E’ un soggetto atipico, un’anomalia, per certi versi, rispetto al panorama generale. Mi rendo conto che i deputati e i partiti possano avere qualche sofferenza nell’interlocuzione con l’Istituzione del Presidente della Regione Siciliana, perché erano abituati ad altro tipo di interlocuzione, ad altro tipo di mediazione, ad altra politica.

Ma se pensiamo di risolvere queste sofferenze con gesti istintivi, privi di coscienza, finalizzati ad uno scontro che oggi sembra rappresentare una rissa incomprensibile per i più, la sinistra siciliana e, mi permetto di scrivere, il futuro della Sicilia andrà definitivamente in frantumi. Abbiamo ereditato 3 miliardi di buco in bilancio, abbiamo trovato una Sicilia di sangue e lacrime, da subito abbiamo messo le cose in chiaro, iniziando a distruggere un sistema vecchio e stantìo. Ma c’è ancora un viaggio molto lungo da fare, e di certo non possiamo permetterci la solitudine, né del Presidente né del Partito Democratico.

E’ il momento di mettere a dormire gli egoismi e svegliare un senso collettivo di appartenenza ad un popolo, quello siciliano, che per la prima volta nella storia ha la possibilità di tracciare un nuovo futuro. Sono iscritto al Partito Democratico, ho sostenuto il mio partito anche quando era molto più facile per quelli della mia generazione sostenere movimenti antipartitici come il 5Stelle. Sarebbe stato più facile, più popolare, ma se c’è una cosa che ho imparato proprio dai dirigenti del mio partito è la coerenza, è la dignità di sentire l’appartanenza ad un progetto politico, è la forza di stare dentro una comunità politica anche assumendo scelte impopolari ma giuste per la società in cui viviamo. Voglio stare nel Partito Democratico e voglio che il mio Partito stia nel governo della Regione Siciliana, perché la Sicilia ne ha bisogno. La Sicilia ha bisogno di Luca Bianchi, di Mariella Lo Bello, di Nino Bartolotta e di Nelli Scilabra. La Sicilia ha bisogno di Rosario Crocetta e del suo partito che è il Partito Democratico.

Ho sempre pensato che la Politica fosse una cosa bella e continuo a crederlo, convintamente. Ho sempre creduto che la Sicilia avesse bisogno di una grande scossa morale, civile, politica. Una scossa che potesse colpire in profondità il silenzio e il torpore della nostra Sicilia, ma ho sempre ritenuto che più ampio fosse il fronte del cambiamento, più profondo sarebbe stato l’affondo dentro il cuore della nostra regione e più reale sarebbe stato il cambiamento. Continuo a credere che la Politica sia una cosa bella perché ho conosciuto Rosario Crocetta e la sua forza. Continuo a credere che ci sia una speranza per la Sicilia e per i suoi giovani, ma abbiamo bisogno di camminare insieme, di prenderci per mano e guardare avanti, mai più indietro.

Ho scritto qualcosa di parte, perché come ho evidenziato all’inizio lo sono. Dalla parte di Rosario Crocetta, dalla parte del Partito Democratico, dalla parte della Sicilia e del futuro della mia generazione”.


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