E’ lui il “numero 60”, l’infermiere di Bernardo Provenzano. Gaetano Lipari è stato condannato a 13 anni di reclusione per associazione mafiosa dalla quinta sezione penale del tribunale di Palermo. La sentenza è arrivata dopo tre ore di camera di consiglio.
Il pm Marzia Sabella, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto la condanna di Gaetano Lipari a 15 anni di reclusione. Secondo l’accusa Gaetano Lipari – cugino del più noto Pino Lipari, il commercialista dei corlenesi – è “l’infermiere di Provenzano”, intratteneva con lui una corrispondenza e ne curava la degenza per i suoi problemi fisici. Sarebbe il “numero 60” di cui c’è traccia nella documentazione ritrovata nel covo di Montagna dei cavalli, a Corleone, dove l’11 aprile 2006 è stato arrestato Bernardo Provenzano. A lui si faceva riferimento per alcune iniezioni e prelievi di sangue a cui doveva sottoporsi il padrino. L’appuntamento era per il 20 aprile successivo ma Provenzano sarà arrestato prima.
I difensori di Lipari – gli avvocati Roberto Tricoli e Antonio Di Lorenzo – hanno sostenuto che l’identikit attraverso il quale l’accusa è giunta all’identificazione di Gaetano Lipari con il “60” di Provenzano potrebbe essere sbagliato. La ricostruzione fatta dal pm sarebbe stata “una forzatura” e gli incontri di Lipari con Carmelo Gariffo (nipote e fiancheggiatore di Provenzano) a Corleone una semplice casualità casuali. Così i legali dell’imputato hanno puntato a insinuare un “ragionevole dubbio” sull’identificazione di Gaetano Lipari con il “60”.
I giudici hanno dato però ragione alla pubblica accusa, diminuendo la richiesta dei pm da 15 a 13 anni.
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