Raccolta differenziata, nuova direttiva quadro UE sui rifiuti: multa fino a 2500€ se sbagli cassonetto

Raccolta differenziata, nuova direttiva quadro UE sui rifiuti: multa fino a 2500€ se sbagli cassonetto

Nuove norme e obblighi precisi: cosa cambia
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In questi ultimi anni abbiamo assistito all’introduzione della raccolta differenziata, diventata obbligatoria in molte parti del nostro Paese.

La suddivisione dei rifiuti è stata pensata per tutelare l’impatto ambientale e per permettere il riciclaggio del materiale di scarto, quest’ultimo molto utile.

Eppure nonostante i tanti progressi e miglioramenti che si sono registrati, pare sia ancora molto lunga la strada di una corretta gestione dei rifiuti.

Tuttavia, la normativa europea ha previsto regole ben precise che i cittadini sono tenuti a rispettare che, in caso contrario, possono costare davvero molto caro.

Raccolta differenziata, la decisione dell’Ue: ecco cosa cambia dal 2025

In Italia vi sono diverse tipologie di raccolta differenziata, dal porta a porta alla raccolta stradale, passando per i cassonetti privati all’interno dei condomini. Il tutto suddiviso per categorie dalla carta alla plastica, dal vetro all’umido fino all’indifferenziata. I benefici se tutti seguissero queste regole potrebbero essere davvero tanti ma le tante trasgressioni che vengono commesse, rendono difficile tale obiettivo.

Nonostante le sanzioni previste, sembra che non siano sufficienti per far si che tutti compiano il loro dovere. La battaglia dell’Unione Europea per la sostenibilità, però, non si ferma anzi procede dritta verso il suo scopo. Per questo motivo, per la raccolta differenziata stanno per arrivare nuove norme che saranno obbligatorie a livello continentale a partire dal 2025 e che se non dovessero essere rispettate potrebbero portare a pesantissime multe ai trasgressori.

Sanzioni fino a 2500 euro

Il decreto legislativo n.116/2020 ha sancito, per tutti gli Stati membri, l’obbligo della raccolta differenziata dei rifiuti tessili, anticipando le disposizioni europee che prevedono l’attivazione della raccolta separata di questa tipologia di rifiuto entro il 2025. In realtà, in Italia questa regola esiste da tempo, infatti, la norma è entrata  in vigore il 1° gennaio 2022. Quindi sono ormai quasi 3 anni che in Italia i rifiuti tessili vengono smaltiti obbligatoriamente negli appositi contenitori. In ogni Comune sono presenti in strada o presso le isole ecologiche, cassonetti appositi e dedicati alla raccolta degli abiti usati.

Per i trasgressori possono essere inflitte multe fino a 2.500 euro. Questo per incentivare (o meglio, obbligare) una corretta separazione dei vestiti dagli altri rifiuti. Alla produzione tessile sono attribuiti: dal 2 al 10% delle emissioni di anidride carbonica; 20% dell’inquinamento delle acque dolci; dal 16 al 35% dell’inquinamento degli oceani è causato dalle microplastiche. Secondo l’Ue, solo l’1% degli indumenti viene riciclato al momento, il resto finisce in discarica. Proprio per questo l’obiettivo è quello di un’immediata inversione di rotta che possa migliorare le condizioni del Pianeta.

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