Raciti, i sindacati e la faida nel Pd | Ferrandelli: "Partito delegittimato" - Live Sicilia

Raciti, i sindacati e la faida nel Pd | Ferrandelli: “Partito delegittimato”

Il flop del faccia a faccia con Cgil, Cisl e Uil alimenta i mal di pancia tra i democratici. Il deputato renziano attacca: "Dopo le fughe in avanti del governo, ora registriamo anche quella del segretario. Basta con le prove muscolari". Lupo: "Non avrei convocato la conferenza stampa post-incontro". Ma Cracolici difende Raciti: "Brutto disertare la riunione, è stata un'occasione persa".

PALERMO – C’è chi definisce la sua azione senza mezzi termini come “una fuga in avanti che ha delegittimato il Pd”, chi avrebbe consigliato maggiore prudenza e chi, invece, difende comunque il suo operato. Il mancato incontro tra Fausto Raciti e i leader regionali di Cgil, Cisl e Uil rischia di rivelarsi un boomerang per il segretario dei democratici. La strategia del partito sempre più autonomo dai destini del governo, nata all’interno dello scontro con il presidente della Regione sul mancato rimpasto, si è rivelata un’arma a doppio taglio per un Pd che, manco a dirlo, si divide anche nel giudizio su quanto è avvenuto, o meglio, non è avvenuto, questa mattina. L’intento era quello di isolare la posizione del governatore Crocetta, ma alla fine è stato il segretario a finire nel mirino dopo aver visto defilarsi uno dopo l’altro i rappresentanti dei lavoratori da un incontro che, per dirla alla maniera di Fabrizio Ferrandelli, “era a forte rischio strumentalizzazione”.

Proprio il deputato regionale renziano è il più critico rispetto alle mosse del segretario e al suo progetto di un Pd che conduca in autonomia dal governo il dialogo con le parti sociali: “Quella di Raciti è stata una fuga in avanti – dice -, che ha causato una vera delegittimazione del Pd e del suo segretario. E’ un bruttissimo segnale e voglio incontrare Fausto al più presto per chiarire i contorni di questa vicenda e capire come dovrà comportarsi il gruppo parlamentare nei prossimi appuntamenti dell’Ars”. Per Ferrandelli “quell’incontro aveva chiaramente un carattere politico ed era stato organizzato con una idea di fondo: dire che il governo va male”. Un passaggio, quest’ultimo, già evidenziato in mattinata dalla vice dello stesso Raciti, Mila Spicola, che aveva invitato a tenere le vicende interne al Pd lontane dal dibattito pubblico: “I problemi interni al partito, o di rapporto col governo regionale, sono del Partito democratico, non di altri – ha detto Spicola -. Per questo comprendo la perplessità delle organizzazioni sindacali a partecipare a una convocazione, di cui abbiamo appreso solo dai media, che aveva tutto l’aspetto di una convocazione strumentale”.

Ma le critiche di Ferrandelli non colpiscono soltanto Raciti: “Anche il governo in questi giorni ha fatto delle fughe in avanti – sostiene Ferrandelli – e l’ultima nomina post Sgarlata (l’arrivo di Piergiorgio Gerratana all’assessorato al Territorio) ne è la prova. Quella nomina non è stata concertata ed è il segnale che si continua ad andare avanti a colpi di prove muscolari. Tutto questo – conclude – non fa bene al partito nè al governo”.

Chi, invece, difende l’operato di Raciti e punta il dito contro il dietrofront dei sindacati è Antonello Cracolici, sostenitore della linea della rottura tra il partito e il governo a guida di Rosario Crocetta: “Quell’invito era stato accettato dai sindacati – dice -. Forse sarà successo qualcosa nelle ultime ore. I sindacati hanno tutto il diritto di fare le proprie scelte – è la premessa del presidente della commissione Affari istituzionali di Palazzo dei Normanni – ma considero una cosa brutta rifiutare l’invito a un incontro che era stato convocato per discutere dei problemi della Sicilia”. Cracolici, dunque, sposta il mirino sui sindacati “che pure nei giorni scorsi non avevano nascosto la loro posizione critica sull’operato del governo”: anche alla luce di quelle dichiarazioni “sarebbe stato utile un confronto – afferma Cracolici – e invece si è persa una occasione per dialogare e trovare insieme delle soluzioni”. Parole che ricalcano quanto detto in mattinata dal giovane segretario dei democratici, che aveva parlato della necessità di “mettere al centro i problemi del lavoro partendo dal confronto con i sindacati, soprattutto alla luce dei limiti dell’azione di governo più volte denunciati dagli stessi sindacati”.

A metà strada tra Ferrandelli e Cracolici c’è il predecessore di Raciti alla segreteria di via Bentivegna, Giuseppe Lupo: “Non so come sia nato l’equivoco con i sindacati – è la premessa di Lupo, che in passato è stato anche dall’altra parte della barricata nel ruolo di segretario della Cisl di Palermo – ma di certo è stato inopportuno convocare una conferenza stampa successiva all’incontro. Fossi stato nei panni del segretario non lo avrei fatto. I sindacati si sono sentiti strumentalizzati”. Lupo, però, guarda avanti: “Adesso bisogna rilanciare il confronto con le parti sociali ed è compito del governo farlo. Non mi riferisco soltanto alle tante emergenza, ma anche alle strategie di sviluppo per il lavoro in Sicilia, partendo dalla programmazione dei fondi comunitari”. Un cambio di passo e un rilancio della concertazione a cui “anche il partito e il gruppo parlamentare devono contribuire, ma senza intenti strumentali e lontano da telecamere e riflettori”.


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