Raffaele, Enzo e il Comune |La lunga notte dei lombardiani - Live Sicilia

Raffaele, Enzo e il Comune |La lunga notte dei lombardiani

La partita per palazzo degli Elefanti è aperta.

LA STORIA INFINITA
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CATANIA – Assolto per concorso esterno, condannato per voto di scambio aggravato. Raffaele Lombardo torna a campeggiare sulle pagine dei giornali “alleggerito” dalla sentenza di appello che, ribaltando il primo grado, ha di fatto riabilitato l’ex governatore. Quanto meno agli occhi dei suoi uomini più fedeli, quelli che in questi anni di processo, non gli anno voltato le spalle ma hanno pazientemente atteso che la nottata passasse.

E la notte pare proprio finita per i lombardiani, almeno quelli al Comune di Catania.   Da Palazzo degli Elefanti gli autonomisti non sono infatti mai scomparsi: alcuni, seguendo il trend che andava per la maggiore, sono confluiti in altri gruppi, il Pd tra tutti, ed esperienze politiche, diventando chi addirittura il “campione” dell’attuale amministrazione guidata da Enzo Bianco.

Come il capogruppo di Con Bianco per Catania, Alessandro Porto, chi vicesindaco della stessa compagine, già megafonista oggi del Centro Democratico, come Marco Consoli, chi assessore all’Urbanistica e alle Manutenzioni, Salvo Di Salvo, legatissimo a Lino Leanza, braccio destro di Raffaele Lombardo, chi assessore al Commercio, come Nuccio Lombardo. Altri hanno invece presentato una lista, nel 2013, Grande Catania, senza simboli o richiami all’autonomismo ma da sempre, e per tutti, compagine lombardiana. Che oggi conta in Consiglio ben quattro consiglieri.

Un gruppo di opposizione non sempre dura e spesso accomodante nei confronti dell’amministrazione targata Enzo Bianco, sempre in contatto con l’ex presidente della Regione che, da remoto, sembra abbia sempre dato indicazioni su come comportarsi in aula e al momento del voto di importanti delibere.

Una “regia” molto nascosta, coadiuvata da qualcuno a Roma, come il senatore Scavone, avvistato e fotografato a Palazzo degli Elefanti dopo un incontro con il primo cittadino.

Il voto sul bilancio, che ha visto in aula solo un esponente di Grande Catania che, oltretutto, ha votato no (pur restando in aula, contribuendo alla tenuta del numero legale), potrebbe essere un segnale. Soprattutto considerando come tra l’ex presidente della Regione e l’attuale primo cittadino non corra certo buon sangue. Fu proprio Enzo Bianco a osteggiare l’adesione del Pd al governo Lombardo, così come c’era anche Lombardo a gioire per la sconfitta del sindaco della primavera, nella corsa a Palazzo degli Elefanti del 2005. Quella che consegnò la città di Catania, per la seconda volta, a Scapagnini e la Provincia regionale all’uomo di Grammichele che, sotto processo o meno, condannato o meno, sembra ancora pronto a schiacciare i bottoni della politica in salsa sicula. La partita per palazzo degli Elefanti è aperta, anzi, apertissima.

 


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