Raia: "A Catania e in Sicilia aumentano le spese per curarsi"

Concetta Raia: “A Catania e in Sicilia aumentano le spese per curarsi”

La componente della segreteria dei pensionati Cgil
L'INTERVENTO
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CATANIA – L’intervento di Concetta Raia, componente della segretaria regionale del Sindacato Pensionati Italiani Cgil, in vista della manifestazione nazionale di domenica prossima 20 aprile.

“La manifestazione nazionale indetta a Roma il 20 Aprile dalla CGIL, unitamente alla UIL, vedrà tra le tematiche trattate la “sanità pubblica”. Un comparto sempre più in affanno, a scapito dei cittadini.
La sanità, in quanto pubblica, deve essere ad appannaggio di tutti i cittadini e non certamente un privilegio per pochi.

In Italia pare che questa materia non sia in cima all’agenda di governo. Attualmente viene investito solo il 6,2% del Pil mentre negli altri Stati europei i governi investono dal 9 al 11% del loro pil. Così facendo si acuiscono in maniera esponenziale le criticità. Una su tutte, l’atavica carenza di personale medico”.

“La spesa è aumentata”

“In Sicilia e a Catania la spesa per curarsi è aumentata di oltre 100 euro (dati fondazione Gimbe) e il 7,2% della popolazione rinuncia a curarsi per mancanza di soldi e per gli insostenibili tempi di attesa. Ed è così che molti, per accedere a visite specialistiche ed esami diagnostici, preferiscono privarsene.

Il governo Schifani nel giugno del 2023 ha annunciato che avrebbe ridotto le liste d’attesa nella nostra regione e a tal fine presentò il piano operativo regionale per l’abbattimento delle liste d’attesa. A distanza di quasi un anno però il quadro resta comunque sconfortante.

Il diritto alla cura dei siciliani non viene del tutto soddisfatto malgrado le ingenti risorse, 48,5 milioni di euro, distribuite ai privati e al pubblico.
Prenotando al CUP una visita medica urgente, si avrà come prima data utile il semestre successivo.

Situazioni gravose riguardano anche le prenotazioni per altri tipi di visite ed accertamenti diagnostici. Ancora oggi in Sicilia “cura” e “prevenzione” sono parole sconosciute a molti, tranne per coloro i quali hanno un reddito personale medio-alto”.

La manifestazione

“Le problematiche relative alla sanità pubblica sono molto sentite dalla fascia di popolazione over 60. Ed è per questo che tanti pensionati e pensionate della nostra regione parteciperanno alla giornata di mobilitazione indetta a Roma sabato 20 Aprile.

Il sindacato pensionati Spi Cgil è particolarmente interessato, in quanto ritiene che il governo nazionale debba affrontare concretamente il team dell’invecchiamento della popolazione finanziando la legge sulla “non autosufficienza” , sostenuta e voluta fortemente dal sindacato.

Questa norma la n.33 del 2023 deve essere finanziata e resa effettiva, perché è una legge che interviene a favore di milioni di persone fragili e sulle loro famiglie che si trovano ad affrontare, spesso in solitudine, grandi disagi, sofferenze e rischi di impoverimento concreto”.

La rinuncia alle cure

“Sono oltre 3 milioni gli over 65 che rinunciano alle cure per problemi economici. Dato inaccettabile in un Paese civile. Il Governo nazionale non può continuare ad ignorare questa condizione. Le stime ci dicono che il numero degli anziani non autosufficienti raddoppierà fino ad arrivare a quasi 5 milioni di persone entro il 2030, quando un italiano su 12 non sarà più in condizione di prendersi cura di sé stesso.

Se questo vale per il Paese, lo è ancor di più per la Sicilia, laddove la popolazione anziana in aumento. Essa rappresenta oggi il 21,2% dell’intera popolazione regionale. Ed i dati cresceranno ulteriormente nei prossimi decenni”.

“Servono le condizioni”

“Purtroppo il governo regionale si ostina a non affrontare il tema dell’invecchiamento della popolazione con adeguate politiche sanitarie e socio sanitarie. Eppure una politica lungimirante dovrebbe pensare a costruire una condizione sociale, territoriale che non discrimini chi ha bisogno o chi ha una età avanzata, partendo da un buon utilizzo delle risorse del Pnrr di cui oggi disponiamo.

Purtroppo navighiamo a vista ed il governo regionale appare abbastanza inadeguato alla sfida cui è chiamato. Sarebbe interessante conoscere quando apriranno le case della comunità, gli ospedali di comunità, le centrali operative territoriali, quale tipologia di assistenza domiciliare sarà destinata ai pazienti cronici.

Oppure ancora quando si avvierà il sistema di telemedicina adeguata al bisogno di cura, quando vi sarà una vera programmazione del sistema socio-sanitario nella nostra regione .
Queste ed altre ragioni spingono il Sindacato a promuovere iniziative di lotta affinché nessun dorma”.


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