Rapina in gioielleria | Tre arresti dei carabineri - Live Sicilia

Rapina in gioielleria | Tre arresti dei carabineri

Nel corso della rapina, il commerciante ha opposto resistenza e i banditi hanno portato via oggetti d'oro ed argenteria, per un valore complessivo di circa 1.000 euro. Intervenuti i carabinieri.

San Pietro Clarenza
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SAN PIETRO CLARENZA. Tre giovani, Andrea Di Salvatore 23 anni, Antonio Damiano Muccio 24 e L. D. A. 25, sono stati fermati da carabinieri di Trecastagni perché ritenuti gli autori della rapina, commessa il 19 febbraio scorso, in una gioielleria di San Pietro Clarenza. Uno di loro, spalleggiato dagli altri due, armato di coltello avrebbe minacciato il titolare di aprire la cassaforte. Il commerciante ha opposto resistenza e i banditi hanno portato via oggetti d’oro ed argenteria, per un valore complessivo di circa 1.000 euro.

La tecnica utilizzata dai tre delinquenti ha visto l’incensurato fare un sopralluogo il giorno precedente per l’acquisto di una fedina. Nell’intrattenere il titolare, il rapinatore ha verificato la posizione della cassaforte e dei pulsanti di sblocco della bussola d’ingresso del negozio, senza però accorgersi di una telecamera posta all’entrata dell’esercizio. Il giorno dopo, verso l’orario di chiusura, si è presentato alla porta solo, a volto scoperto, e dopo aver parlato dell’anello desiderato ha aggredito l’esercente costringendolo con violenza a consentire l’accesso ai due complici che si sono presentati alla porta pochi istanti dopo, travisati con berretti e sciarpe. Il titolare ha però coraggiosamente resistito all’aggressione rifiutandosi di aprire la cassaforte ed i tre criminali alla fine hanno lasciato il negozio con un magro bottino. L’Autorità Giudiziaria dopo aver vagliato gli elementi raccolti a carico dei tre presunti delinquenti ha convalidato il fermo sabato scorso e ha deciso di rinchiudere tutti e tre, incensurato compreso, nel carcere di Piazza Lanza. Sono tuttora all’esame degli inquirenti le prove raccolte sul conto dei tre al fine di verificare il loro eventuale coinvolgimento in altri, simili reati.


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