Rapina alle Poste, sentenza ribaltata: catanesi assolti - Live Sicilia

Rapina alle Poste, sentenza ribaltata: catanesi assolti

La sentenza della Corte d'Appello di Messina

CATANIA – Sentenza ribaltata. I catanesi Massimo Russo, 43 anni, difeso dall’avvocato Salvatore Pappalardo e Massimo Muzzio, 45 anni, difeso dall’avvocato Salvo Patanè – accusati di rapina a mano armata commessa nel 2017 all’ufficio postale di Santa Teresa Riva nel messinese, sono stati assolti dalla Corte d’Appello di Messina. Il gup li aveva condannati a 7 anni e 4 mesi. I giudici di secondo grado hanno ritenuto fondati alcuni dei motivi d’appello dei due difensori.

Sono tre gli elementi indiziari che hanno portato alla condanna di Russo: l’utilizzo nella rapina di una Nissan Juke che era nella disponibilità dell’imputati, i tabulati telefonici che lo collocano in un orario compatibile con la rapina e le caratteristiche fisiche. Per la Corte i tre elementi indiziari non sono dotati “delle caratteristiche di gravita e precisione che consentano di dimostrare la responsabilità dell’imputato oltre il ragionevole dubbio”. Anche perché 40 minuti dopo l’orario del colpo Russo si trovava già a Catania. E quindi “l’imputato deve essere assolto – scrive – per non aver commesso il fatto”.

Più complicata la posizione di Miuzzo in quanto sue tracce biologiche sono state trovate in un guanto rinvenuto nel ciclomotore lasciato sull’autostrada e ricollegabile alla rapina. Il reperto biologico però non è stato possibile datarlo. L’accertamento, quindi, secondo la corte è “un indizio” – se pur “grave e preciso” – ma non “prova diretta della responsabilità dell’imputato”. Anche Muzzio, dunque, secondo la Corte d’Appello di Messine deve essere assolto “per non aver commesso il fatto”.


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