Rapinatori in trasferta, tre arresti dell'Arma - Live Sicilia

Rapinatori in trasferta, tre arresti dell’Arma

Giovanni Amodeo

Erano banditi esperti, capaci di portare via oltre 100 mila euro da una banca di Pescara senza destare sospetto fino al momento dell’apertura del caveau. Ora sono tutti in galera, arrestati dai carabinieri. Sono: Fabio Machì, 26 anni e Giovanni Amodeo, 29 anni, già reclusi, rispettivamente, a Palermo e Siracusa.  E a loro si aggiunge Giuseppe Antonino Arcuni, 20 anni, ritenuto autore di due rapine a Palermo. I primi due sarebbero gli autori del colpo alla “Banca popolare di Puglia e Basilicata” di Pescara, dell’8 novembre 2011. Un’indagine condotta dai carabinieri della stazione Altarello di Baida e dagli uomini della squadra mobile di Pescara.

La ricostruzione è tratta dalle immagini delle telecamere a circuito chiuso. I due, con le pistole addosso, sono entrati nell’istituto bancario come normali clienti, danno anche la mano a uno degli impiegati, risultato estraneo alla vicenda. Quindi i due hanno temporeggiato fino a quando la cassaforte, dotata di un dispositivo a tempo, si è aperta e hanno dato via all’assalto. Hanno minacciato gli impiegati e si sono fatti consegnare tutto il contante del caveau: 105 mila euro.  L’individuazione fotografica e l’analisi dei fotogrammi del filmato hanno incastrato i due. Così Fabio Machì è stato arrestato a casa sua, mentre l’ordinanza di custodia cautelare ha raggiunto in carcere a Siracusa Giovanni Amodeo, detenuto per altri delitti.

Fabio Machì

Diversa la storia di Giuseppe Antonino Arcuni. Tramite le testimonianze e l’analisi dei filmati, i carabinieri della stazione di San Lorenzo sono riusciti a dare un volto all’autore della rapina alla “Farmacia della fiera” di via Isaac Rabin, dell’8 novembre 2010, e quella ai danni di un giovane che stava ritirando contante da uno sportello bancomat del 14 dicembre 2010. In

Giuseppe Arcuni

ambedue i casi avrebbe utilizzato un taglia balze, ottenendo – dietro minaccia – l’incasso della farmacia (200 euro) contenuto in un cassetto, e, nel secondo caso, 120 euro fatti prelevare alla vittima che, poi, però lo ha riconosciuto. Così Arcuni ha ricevuto l’ordinanza in carcere all'”Ucciardone”.

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