PALERMO – “Gli acquisti di opere d’arte? Tutto regolare”. Vincenzo Corrado Rappa si difende dall’ipotesi di avere sfruttato i soldi della società per comprare quadri che hanno arricchito il suo patrimonio personale. Una difesa affidata alla memoria presentata dal suo legale, l’avvocato Giovanni Di Benedetto.
I pubblici ministeri avrebbero voluto interrogarlo, ma Rappa ha preferito presentare una documentazione scritta che, a suo dire, confermerebbe la regolarità dell’acquisto del dipinto di De Chirico che pochi giorni fa gli è stato sequestrato. Così come regolari sono gli altri passaggi di denaro che hanno attirato l’attenzione degli agenti della Direzione investigativa antimafia.
Spulciando i libri contabili delle società sono spuntati acquisti che negli anni hanno sfiorato il milione di euro. C’è traccia dei pagamenti in favore di importanti case d’asta in Italia e all’estero – tra cui Sotheby’s nel Regno Unito – ma non dei beni che sarebbero stati comprati e che non verrebbero riportati nell’elenco dei beni strumentali.
Secondo la tesi difensiva, si tratta di opere d’arte comprate da Rappa, oppure dalla società Med Group e poi ceduti al titolare della Nuova Sport Car come utile di azienda. In sostanza, Rappa al posto dei soldi che gli spettavano avrebbe ottenuto le opere d’arte. Non solo, la metà dei quadri, sostiene il legale, “si trova nelle sedi delle società”.
La memoria difensiva è entrata a fare parte del processo che si sta svolgendo davanti alla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale che deve decidere se confiscare o restituire i beni a Filippo Rappa e ai figli Vincenzo Corrado e Gabriele.