PALERMO – La Sicilia emerge come protagonista assoluta della crescita economica nel Mezzogiorno, secondo il Rapporto Svimez presentato giovedì 19 giugno. Nel 2024, nonostante un generale rallentamento della crescita in Italia, l’Isola ha registrato un aumento del PIL pari all’1,5 per cento, il dato più alto tra tutte le regioni del Sud, superando anche la media nazionale (0,7 per cento). Un risultato trainato in particolare da una significativa espansione del settore industriale, che ha segnato un +2,7 per cento.
Il Sud cresce più del Centro-Nord
Il rapporto Svimez evidenzia come nel 2024, per il terzo anno consecutivo, il PIL delle regioni meridionali sia aumentato più del Centro-Nord: +1 per cento contro lo 0,6 per cento. La crescita è stata più sostenuta nelle regioni centrali (+1,2 per cento), meno nel Nord-Ovest (+0,9 per cento), mentre per il Nord-Est si stima una sostanziale stagnazione dell’attività economica (-0,2 cento). Tuttavia, rispetto al 2023, il divario di crescita a favore del Sud si è leggermente ridotto, passando da 1 punto percentuale a soli 0,4.
Il PIL è cresciuto complessivamente dell’8,6 per cento nel Mezzogiorno tra il 2022 e il 2024, superando il 5,6 del Centro-Nord, con uno scarto cumulato di 3 punti percentuali. Per il Centro, la crescita cumulata nello stesso periodo è stata del 9,8 per cento.
La migliore performance di crescita del Sud è stata determinata soprattutto dallo stimolo offerto dalle costruzioni (+3 per cento contro il +0,6 per cento del Centro-Nord), in continuità con il biennio precedente. Superiore al dato del Centro-Nord anche la dinamica dei servizi (+0,7 per cento contro +0,5 per cento). Il comparto industriale meridionale ha mostrato una sostanziale tenuta (+0,1 per cento), a fronte di una leggera contrazione nel resto del Paese (-0,2 per cento). L’agricoltura, invece, è cresciuta solo dello 0,5 per cento al Sud rispetto al +2,9 per cento del Centro-Nord.
Il ruolo degli investimenti pubblici
La crescita italiana è stata sostenuta dalla spinta degli investimenti in opere pubbliche, trainati in particolare dal PNRR e da una migliorata capacità realizzativa delle amministrazioni. La Svimez ha stimato che il PNRR ha contribuito alla crescita del PIL nel 2024 per lo 0,6 punti percentuali nel Mezzogiorno e per 0,4 punti nel Centro-Nord.
Nel 2024, il progressivo indebolimento degli investimenti privati in edilizia, legati al Superbonus, ha ridotto il contributo alla crescita della componente privata delle costruzioni.
Al contrario, è aumentato il contributo delle opere pubbliche, soprattutto grazie all’avvio della fase esecutiva del PNRR. Per il complesso degli enti attuatori, gli investimenti pubblici hanno raggiunto circa 45 miliardi di euro, di cui poco meno della metà mobilitata dalle amministrazioni comunali, che si confermano primi investitori pubblici con una spesa pari a 21,7 miliardi.
Tra il 2022 e il 2024, gli investimenti comunali sono aumentati del 75,3 per cento nel Mezzogiorno, passando da 4,2 a 7,4 miliardi. L’effetto del PNRR sugli investimenti comunali emerge dall’impennata di risorse osservata per alcune voci di spesa riconducibili alle missioni del Piano, legate soprattutto alla realizzazione delle infrastrutture sociali (edilizia scolastica e abitativa).
Tamajo: “La Sicilia torna a trainare il Sud”
Edy Tamajo, assessore regionale alle Attività produttive, ha commentato i dati Svimez: “I dati diffusi oggi ci dicono con chiarezza che la Sicilia è tra le regioni protagoniste della crescita economica del Mezzogiorno. Un risultato che ci incoraggia e che riconosce il lavoro fatto in questi anni per sostenere le imprese e l’industria, puntando su semplificazione, investimenti pubblici e fiducia nel tessuto produttivo isolano”.
Tamajo parla di numeri che “raccontano una Sicilia in movimento, concreta, capace di reagire e crescere nonostante le difficoltà”. L’obiettivo, ha aggiunto l’assessore, è trasformare questa ripresa in una traiettoria stabile e duratura, continuando a sostenere le imprese, promuovere l’innovazione e creare nuove opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani.
Tamajo ha infine sottolineato l’importanza di rafforzare le filiere locali, attrarre investimenti anche esteri e consolidare il legame tra sviluppo economico e transizione ecologica: “Abbiamo davanti una sfida importante: costruire un modello di sviluppo equilibrato, sostenibile e inclusivo. I dati ci dicono che siamo sulla strada giusta, ma non ci accontentiamo. Continueremo a lavorare per una Sicilia che non solo cresce, ma che lo fa in modo giusto, creando benessere e dignità per tutti”.

