PALERMO – Incassata la riforma Cartabia e messo in sicurezza il governo Draghi, per il leader della Lega Matteo Salvini tocca affrontare il caso Sicilia. Con urgenza. Per questo ha deciso di prendere l’aereo per Palermo e riunire, oggi pomeriggio, i vertici regionali di una partito che ancora deve metabolizzare l’ingresso degli ormai prossimi ex esponenti di Italia Viva, la senatrice Valeria Sudano e il parlamentare Ars Luca Sammartino. Una riunione decisa in tutta fretta e che lo stesso leader avrebbe voluto che rimanesse riservata a pochi fedelissimi. “Una riunione massonica (più qualche emoticon sorridente)”. Così arriva a LiveSicilia un messaggio di conferma ironica circa il vertice di oggi da uno dei vertici regionali del partito.
La data di ufficializzazione delle new-entry resta ancora tra parentesi, ma non è escluso che già in serata possa essere messa una “x” sul calendario. La missione di Matteo Salvini è intanto un’altra: distribuire del maalox a quanti hanno percepito come calato dall’alto il dossier Sammartino-Sudano. Tanti sono i maldipancia che hanno accompagnato nella Lega siciliana quello che ancora oggi è da considerare soltanto un rumors (seppur ben fondato). Lo stesso “Capitano” ha preferito utlimamente non aprire bocca ed evitare di parlare pubblicamente di tutte le altre vicende isolane, a partire dell’ipotesi di un Musumeci bis.
Lega divisa in anime
Quella siciliana è una Lega giovane, ma già segnata da più ondate generazionali in bisticcio tra loro. Nino Minardo, da poco eletto segretario regionale, è colui che più di altri ha subito dall’alto una decisione che in un modo o nell’altro avrà degli effetti a cascata sugli equilibri politici nell’Isola, a partire dalle province orientali finendo all’Ars. Una iniziativa in solitario del capo che peraltro lo ha anticipato sul campo in quella rincorsa al Centro che sta segnando la nuova agenda della Lega nazionale. Soltanto l’intervento riparatore di Salvini e la foto opportunity dei scorsi giorni hanno tamponato un’irritazione che Minardo non è riuscito affatto a contenere.
Salvini deve fare i conti però anche con i leghisti siciliani della prima ora. I rumors dicono che Fabio Cantarella, unico isolano nel gabinetto politico del segretario, abbia più volte fatto presente come le grane giudiziarie di Luca Sammartino (circa i presunti reati elettorali riguardanti le scorse regionali, quelle delle 32 mila preferenze) potrebbero sollevare non pochi imbarazzi tre la base. Anastasio Carrà, primo sindaco eletto dalla Lega in Sicilia, è invece di ben altri sentimenti. Pronto ad accogliere Sammartino e Sudano senza alcuna preoccupazione, avendo già militato al loro fianco prima dell’ingresso nel Pd di Matteo Renzi.
Gli strappi
Salvini arriverà dunque oggi pomeriggio a Palermo non tanto per cucire gli strappi (già rattoppati a uno a uno), ma per dare un rilievo formale al nuovo corso siciliano e magari per ribadire che Lega è e resta un partito piramidale, dove il capo parla e i panni sporchi si lavano in famiglia. Così, dopo aver stabilito un nuovo patto di non belligeranza con il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti (“il patto dei Leoni”), a Matteo Salvini tocca ammansire i siciliani (spesso considerati in via Bellerio come assai recalcitranti).