Mentre il centrosinistra continua a farsi male da solo, cominciano le prime schermaglie tra i pezzi di centrodestra che si presentano divisi al voto. La puntata odierna della telenovela della più frammentata campagna elettorale della storia recente si è sviluppata tutta sul tema della divisione. A partire dalla infinita via crucis del centrosinistra palermitano, che oggi ha tentato un ultimo, disperato e forse poco convinto, tentativo per scongiurare una rottura che pare ormai inevitabile. A parole, tutti dichiarano di voler preservare l’unità della coalizione, per la quale però oggi sono suonate le campante a morto. Fabrizio Ferrandelli, vincitore delle primarie, non ha intenzione di fare passi indietro e continua a dirsi disponibile a ricompattare l’alleanza. I partiti a sinistra del Pd, però, non vogliono saperne e pensano a una nuova candidatura, da sottoporre al Pd. Difficile a questo punto che i cocci si possano incollare. Entro domenica, a questo punto, c’è da aspettarsi l’annuncio di un nuovo candidato (il numero undici o forse dodici, qui s’è perso il conto) che dovrebbe correre sostenuto dai riottosi orlandiani, da Sel e dai comunisti.
Ferrandelli resterebbe solo con il Pd, sempre ammesso che alla fine il partito sia unito nel sostenerlo. A meno che i democratici non accettino la proposta di una candidatura unitaria che ricompatti il centrosinistra (un nome che circola, a livello di gossip, è quello di Ignazio Marino), ma è difficile immaginare un epilogo del genere. Tutto grasso che cola per il centrodestra, che vede farsi sempre più concreta la possibilità di tenersi Palermo malgrado lo sfacelo amministrativo degli ultimi anni.
Anche a destra, però, si sgomita. Domani Angelino Alfano sarà a Palermo, con Gianpiero D’Alia e Gianfranco Miccichè, per dare man forte a Massimo Costa. Che oggi ha diramato un comunicato ben distante, dal punto di vista della prosa, dalle sue prime uscite da filosofo combattente. Una nota molto “politica”, tra le righe della quale si intravedono un paio di stoccate al Pid, che al primo turno sostiene Marianna Caronia. Costa infatti annuncia l’intento di lasciar fuori dalla giunta gli assessori dell’ultimo ventennio, passaggio che sicuramente non riuscirà gradito agli uscenti di peso candidati nella lista di Saverio Romano. E parlando dell’eventualità di un ballottaggio, l’ex presidente del Coni dice che intende rivolgersi in quel caso “principalmente ai cittadini”, ridimensionando in qualche modo le aspettative di apparentamento che il documento congiunto di Pdl e Pid dei giorni scorsi dava per scontate. Tanto che, dopo le sue dichiarazioni mattutine ispirate a un decoubertiniano “vinca il migliore”, la Caronia nel pomeriggio ha diramato un comunicato stampa al vetriolo. “La sua inesperienza gli fa perdere di vista il fatto che proprio lui, in quanto prodotto di laboratorio delle segreterie politiche, nel caso fosse sindaco, non potrebbe in alcun modo prescindere dalle indicazioni e dalle pressioni dei partiti”, dice al “giovane Costa”, la Caronia, che bolla i paletti di Costa come “inutile esercizio di sciocche preclusioni” decise “da chi conosce la politica per averne letto sulla stampa o averla avuto suggerita nell’orecchio”. Senza guantoni, insomma. E siamo ancora all’inizio.
Degna di nota, infine, l’irruzione a gamba tesa nella campagna elettorale del pirotecnico generale Antonio Pappalardo, che in una (imperdibile) video intervista a livesicilia mena fendenti a destra e manca contro i “candidati poppanti” e i “capipartito nordisti”. Da qui al sei maggio ci sarà da divertirsi.