PALERMO – Il tribunale dà ragione a Palazzo d’Orléans. Il giudice del lavoro ha rigettato il ricorso del Dirsi contro la maxi-rotazione all’assessorato regionale alle Attività produttive: il sindacato si era rivolto alla magistratura per contestare alla Regione un comportamento anti-sindacale su quella che la presidente Silvana Balletta definisce “una deportazione di massa dei dirigenti”, ma per il giudice “il ricorso risulta depositato il 29 aprile 2013, senza che alcuna delle parti, nelle more del procedimento, si sia resa ‘diligente’ nella necessaria riassegnazione dello stesso”.
Il ricorso rigettato dal giudice venerdì scorso non è il primo ad essere bocciato. Già l’anno scorso il tribunale aveva detto “no” alla richiesta del Dirsi di annullare le rotazioni negli assessorati alla Formazione professionale, all’Ambiente e al Turismo. Contro quelle decisioni, però, il sindacato ha presentato opposizione: “A questo punto – spiegano dal sindacato – i tempi si allungano. Ma noi non ci arrendiamo”.
L’opposizione, del resto, è stata presentata anche su questo caso. “Il giudice – afferma Balletta – parla di una nostra inerzia, ma non è così. Ci eravamo dati da fare”. Nel merito, il sindacato contesta le mosse che hanno preceduto la rotazione: “Noi – prosegue la dirigente del Dirsi – contestavamo l’assenza di un’informativa che stabilisse i criteri che dovevano essere adottati per la rotazione. Il datore di lavoro ha il dovere di spiegare chi, come e perché si sposta. Il risultato è che i dirigenti sono stati assegnati ad altri dipartimenti, senza che però nelle sedi di destinazione fosse chiaro cosa dovessero fare”.

