Resti di un cadavere nell'Agrigentino | E' l'imprenditore Brunetto, 2 fermi - Live Sicilia

Resti di un cadavere nell’Agrigentino | E’ l’imprenditore Brunetto, 2 fermi

Giovanni Brunetto

La sua auto, una Fiat Punto, venne ritrovata parcheggiata il 10 maggio in una piazzola di sosta lungo la statale 123 fra Canicattì e Campobello di Licata. Fermati Angelo Carità ed Angelo Bianchi, già indagati dalla magistratura.

Canicattì
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CANICATTI’ (AGRIGENTO) – E’ stato ritrovato seppellito, in un appezzamento di terreno di Canicattì, il cadavere di Giovanni Brunetto, 56 anni, scomparso da Licata lo scorso 7 maggio. Il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo ed il sostituto Salvatore Vella, già ieri sera, hanno firmato un provvedimento di fermo, per omicidio, nei confronti di Angelo Carità ed Angelo Bianchi, rispettivamente di 57 e 38 anni. I due, nei mesi passati, erano stati già raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip Ottavio Mosti, ma il provvedimento era stato annullato dal tribunale della libertà. Il provvedimento di fermo è stato già eseguito soltanto nei confronti di Bianchi, Carità sarebbe invece irreperibile.

Carità e Bianchi, entrambi di Licata (Ag), sono indiziati d’aver “causato, dopo averlo sequestrato, la morte di Giovanni Brunetto, sopprimendone il cadavere”. “Con le aggravanti – ricostruiscono dalla Procura di Agrigento – di avere commesso il fatto con premeditazione e per motivi abbietti e futili costituiti dalla volontà di Angelo Carità di non restituire a Giovanni Brunetto una somma di denaro variabile da 40.000 euro a 100.000 euro, ricevuta in prestito in precedenza”. Le indagini sono state svolte dalla polizia del commissariato di Licata, assieme alla Squadra Mobile. Lo scorso 18 maggio, il gip convalidò il fermo disponendo una misura cautelare nei confronti di entrambi gli indagati. Il 10 giugno scorso, però, il tribunale del Riesame, pur confermando pienamente il quadro gravemente indiziario a carico sia di Bianchi che di Carità, annullò il provvedimento restrittivo “non essendo stato rinvenuto il cadavere di Brunetto e potendosi, avanzare ipotesi alternative correlate ad una scomparsa volontaria ovvero ad un suicidio”.

Il cadavere di Brunetto è stato ritrovato in un appezzamento di terreno di contrada Casalotti a Canicattì (Ag), di proprietà dell’avvocato Calogero Meli. Angelo Carità aveva disponibilità di quel terreno, occupandosi dei lavori agricoli per conto del legale. “E su quel terreno – secondo le indagini della Procura – è stata effettuata una grande attività di movimento di terra e spostamento di alberi, con l’ausilio di escavatori meccanici. Lavori antecedenti rispetto alla scomparsa di Brunetto”. Il lotto è stato sequestrato – per accertare se vi era seppellito il cadavere di Brunetto – lo scorso l’11 ottobre. Ieri sera, il cadavere è stato ritrovato: era seppellito a circa tre metri. La salma è stata riconosciuta inequivocabilmente dai figli. Angelo Carità, allo stato attuale, è irreperibile.

Angelo Carità, secondo quanto emerso dalle indagini che portarono al primo fermo, era riuscito a farsi consegnare da Giovanni Brunetto, dai 40 ai 100 mila euro, prospettandogli un grosso guadagno. Carità raccontò che doveva riscuotere una eredità e quei soldi gli servivano per le tasse di successione. Brunetto, passando il tempo, avrebbe cercato di recuperare, e con insistenza, il proprio denaro. A confermare che i due indagati si trovassero in compagnia di Brunetto, nelle ore della scomparsa di quest’ultimo, vi sono le celle telefoniche: i due indagati sarebbero stati nella zona dove venne ritrovata l’auto di Brunetto, ossia lungo la statale 123, la Canicattì-Licata, in territorio di Naro. Secondo l’inchiesta, è probabile che i tre si siano incontrati in quel posto e poi, con una scusa, Brunetto sia stato portato altrove dove è stato ammazzato. Poche ore prima della scomparsa, la vittima avrebbe avuto – stando sempre all’inchiesta – un acceso diverbio davanti un bar, quindi davanti a molte persone. Carità però ai poliziotti ha negato non solo l’accaduto ma anche di essere debitore nei confronti di Brunetto. Carità e Bianchi inoltre sarebbero caduti in contraddizione nell’indicare i luoghi in cui si trovavano durante le ore della scomparsa di Brunetto.

 


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