Pd, presentato il ricorso per bloccare il congresso in Sicilia

Pd, la mossa per bloccare il congresso siciliano: presentato il ricorso

Sul tavolo della Commissione regionale di garanzia

PALERMO – Partita la guerra a carte bollate nel Partito democratico siciliano. Presentato il ricorso alla Commissione regionale di garanzia (e potrebbe non essere l’unico) per chiedere la sospensione dei lavori congressuali scattati con la presentazione delle candidature alla segreteria regionale, a quelle provinciali e di circolo.

Il regolamento congressuale

Nel mirino del ricorso, che vede tra i firmatari il deputato regionale Giovanni Burtone, c’è il regolamento congressuale approvato nell’assemblea di gennaio all’Astoria Palace, ‘casus belli’ in casa Pd. Per bloccarlo i firmatari mettono in evidenza una serie di elementi. Ritengono, in primis, che quella sera l’assemblea non fosse nel numero legale. Una ipotesi che, secondo i ricorrenti, dovrebbe portare all’illegittimità del voto sul regolamento.

L’assemblea e gli aventi diritto al voto

Il documento, di tre pagine, ripercorre per grandi linee la teoria dello schieramento che si oppone al segretario uscente e unico in corsa per la segreteria, Anthony Barbagallo. Si chiede di conoscere i nomi dei votanti all’assemblea per il regolamento, “distinguendo – si legge – tra componenti e partecipanti”. Burtone e gli altri, inoltre, chiedono poi di verificare l’iscrizione al partito da parte di chi partecipò al voto. Le accuse di “brogli” formulate dall’ala contraria al segretario si intravedono nel documento.

Battaglia sui numeri

La battaglia, oltre che sulla legittimità, è poi sui numeri della votazione di gennaio che si svolse in modalità mista: in presenza e online. Rispetto ai 369 componenti, infatti, secondo l’interpretazione dei ricorrenti, il quorum necessario per la maggioranza assoluta era di 185, tuttavia “la piattaforma utilizzata – si legge – non ha consentito di verificare il raggiungimento del numero legale”.

Il quorum

Una interpretazione che, però, è sempre stata contestata da chi ritiene valida quella votazione: in tanti, infatti, per diversi motivi non fanno più parte dell’assemblea regionale Dem, elemento che consentirebbe quindi di abbassare la soglia minima per considerare valida la votazione. Alla fine i voti per il regolamento voluto da Barbagallo furono 169, di cui 155 da remoto. Ma anche su questo i firmatari del ricorso obiettano: “La piattaforma ha inviato il link a tutti i partecipanti da remoto, senza distinzione tra componente e invitato”. Per questo motivo “non è stato possibile escludere” che alcuni dei 155 voti favorevoli giunti da remoto possano essere stati espressi da non componenti dell’assemblea.


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