CATANIA – Un adeguamento che potrebbe trasformarsi in una stangata per i catanesi già costretti a pagare la Tari più alta d’Italia. È notizia dei giorni scorsi la fine del regime agevolato dell’Iva per quanto riguarda i conferimenti in discarica: l’aliquota dell’imposta passerà dal 10 per cento al 22 per cento.
La misura contenuta nell’articolo 1 della legge di Bilancio 2025 è operativa dal primo gennaio 2025 e prevede l’incremento per le prestazioni di smaltimento dei rifiuti in discarica o per l’incenerimento senza recupero efficiente di energia.
Riporta il Sole 24 Ore: “Restano con l’aliquota agevolata le prestazioni di gestione, stoccaggio e deposito temporaneo di rifiuti sia urbani che speciali, nonché le prestazioni di gestione di impianti di fognatura e depurazione”.
Rifiuti sempre più cari se indifferenziati
Una batosta per il sistema catanese, siciliano più in generale, praticamente dipendente dalla discarica, in cui ancora viene conferita la maggior parte dei rifiuti.
Sebbene cresca in percentuali, la raccolta differenziata a Catania città resta ancora lontana dalle percentuali imposte dall’Europa, l’obiettivo fissato per lo scorso anno era appena il 35 per cento di rifiuti differenziati, come affermato alla nostra testata dall’assessore all’Ambiente Massimo Pesce, ben distante dal 65 per cento dell’Ue.
Insomma, la fine dell’agevolazione intende chiaramente spingere verso un minore abbancamento in discarica, dunque minore produzione di rifiuti indifferenziati. Una svolta quanto mai necessaria anche per Confambiente e per il suo presidente Giuseppe Guagliardi.
La crescita Iva
“L’Iva – dice Guagliardi – è passata al 22 per cento in ragione del fatto che bisogna limitare l’uso della discarica e il mancato riuso o recupero dei rifiuti. In Sicilia, l’impatto sarà di certo più importante perché c’è uno spropositato uso delle discariche, dovuto principalmente alle basse percentuali di raccolta differenziata, specialmente nelle tre aree metropolitane Catania, Palermo e Messina”.
“Per questo – dice Guagliardi – è molto probabile che i cittadini si troveranno a dover pagare un’aliquota della Tari più elevata, consequenziale all’aumento dell’Iva”.
Quando arriverà l’aumento
Se e quando l’aumento ci sarà, però, ancora non è chiaro. “Stiamo approfondendo la questione” dicono a Livesicilia da Palazzo degli Elefanti. Una soluzione futura potranno essere i termovalorizzatori – l’aumento non è applicato agli impianti che producono energia – anche se la loro realizzazione è ancora lontana.
“Confambiente non può che rinnovare l’invito alla Regione siciliana ad accelerare i percorsi autorizzativi per i nuovi impianti – conclude Guagliardi – nonché a dirci che fine ha fatto il piano rifiuti”.
Alla fine del 2024 Catania era risultato il capoluogo con la tassa rifiuti più alta d’Italia.