CATANIA – “La giustizia penale italiana continua ad essere caratterizzata da diverse problematiche, trasversali e di profondo rilievo. L’instabilità del nostro sistema è avvertita da tutti gli operatori del diritto e attiene sia a questioni strettamente organizzative (carenza di personale e di strutture) sia a problematiche inerenti alla normativa vigente, interessata da una intensa opera di permanente ristrutturazione“. Lo scrive, in una nota, l’Associazione italiana giovani avvocati di Catania, annunciando lo sciopero dalle udienze, “e da ogni attività giudiziaria penale”, per i giorni 19, 20 e 21 aprile. Da domani e per tre giorni, quindi, i procedimenti giudiziari saranno bloccati.
L’iniziativa è stata promossa dalle Camere penali italiane ed è stata causata dal provvedimento attuativo della riforma Cartabia. Alla base, si legge, “si pone il ravvisato contrasto tra gli impegni solenni assunti ad inizio anno dal Ministro della Giustizia, e l’inerzia parlamentare che ne è seguita. Impegni che hanno ad oggetto interventi urgenti e documentati, insieme dall’avvocatura e dalla dottrina processuale penalistica, di modifica dei decreti attuativi della riforma Cartabia”.
L’interruzione della prescrizione
“La protesta – prosegue il comunicato dei giovani avvocati – mira a sottolineare, in primo luogo, la obiettiva carenza di ragionevolezza di alcune delle novità normative introdotte quali, ad esempio, quelle in materia di interruzione della prescrizione e quelle relative alla disciplina sulle impugnazioni“. Senza contare “il sorprendente congelamento delle proposte di riforma dell’ordinamento giudiziario e del sistema penitenziario”.
“Sotto il profilo squisitamente organizzativo, poi, la protesta dei penalisti italiani, che prende di mira la imminente entrata a regime delle udienze predibattimentali nonostante i gravi vuoti di organico, si interseca con quella della magistratura onoraria. Nonostante l’intervento della Commissione europea volto al riconoscimento ai magistrati onorari di tutte le tutele, sociali ed economiche, dovute per la funzione magistratuale espletata, e le modifiche dell’ultima legge di bilancio volte alla riforma del settore, la magistratura onoraria patisce ancora il mancato rispetto degli impegni assunti su fondamentali aspetti relativi al trattamento economico e all’inquadramento normativo”.
Locali fatiscenti e troppo lavoro
“Di fatto, ormai da anni, presso il Tribunale di Catania la giustizia penale è amministrata dai magistrati onorari in condizioni poco decorose a causa della fatiscenza dei locali in cui devono tenersi le udienze e dei pesantissimi carichi di lavoro imposti a GOT e VPO con inevitabili ripercussioni negative sulla gestione dei ruoli e dei fascicoli processuali. La sezione AIGA di Catania sente il dovere di condividere le criticità segnalate dall’UCPI e dalla Camera Penale “Serafino Famà” di Catania, ed è vicina alle istanze della magistratura onoraria”, prosegue il comunicato di adesione allo sciopero.
“Era sin troppo chiaro che una riforma tanto ambiziosa della giustizia penale non potesse essere ispirata, esclusivamente, a logiche di razionalizzazione dei tempi e dei costi del processo”. Anzi. “La strada intrapresa appare poco convincente nella parte in cui tende a ridurre i tempi del processo mediante l’indiscriminato sfoltimento delle garanzie processuali“.