"Riina consegnò un papello così" - Live Sicilia

“Riina consegnò un papello così”

Giovanni Brusca torna sul papello con le presunte richieste della mafia allo Stato.

PALERMO – “Dopo la strage di Capaci Riina, tutto contento, mi disse, alludendo allo Stato, che si erano fatti sotto e che gli aveva dato un papello così. Aggiunse che il terminale delle richieste che aveva fatto avere alle istituzioni era l’onorevole Mancino ma non mi disse chi erano i tramiti”.

Torna sul papello con le presunte richieste della mafia allo Stato Giovanni Brusca, che sta deponendo al processo per la strage di via D’Amelio. “Si trattava, mi fece capire – spiega – di una richiesta scritta e che si trattava di molti punti. E che il destinatario politico era Mancino”.

“Dopo la strage di Capaci in alcune riunioni si decisero alcune persone da eliminare prioritariamente: l’onorevole Mannino, verso il quale Riina aveva qualche ruggine di troppo, Piero Grasso, il dottore La Barbera, l’ex ministro Salvo Andò. E qualche mese prima mi si disse di fare più attentati possibile alle sedi della Dc”, racconta Brusca ricostruendo il piano di attentati che Cosa nostra progettò dopo il passaggio in giudicato della sentenza del maxi processo.

“Quando io stavo preparando l’attentato a Mannino – aggiunge – Riina mi disse di fermarmi. Eravamo circa 20 giorni prima della strage di via D’Amelio”.

“Riina mi disse che le richieste contenute nel papello erano troppo esose e tornarono indietro perché c’era un ostacolo”. Lo dice il pentito Giovanni Brusca, deponendo al processo sulla strage di via D’Amelio costata la vita al giudice Paolo Borsellino. Al pm che gli chiede quale fosse l’ostacolo, Brusca risponde di poter dedurre che l’ ostacolo alla trattativa che vedeva al centro il papello era Borsellino, che per questo fu ucciso.


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