Palermo, "calunniò Monterosso": condannato il "falso pentito"

I “racconti inverosimili” del falso pentito che calunniò Monterosso

Disse che era massone e legata a imprenditori mafiosi

PALERMO – I suoi racconti erano “inverosimili e contraddittori”. Ecco perché il falso collaboratore di giustizia Giuseppe Tuzzolino, lo scorso novembre, è stato condannato a 4 anni e 10 mesi per avere calunniato Patrizia Monterosso. Il Tribunale presieduto da Salvatore Flaccovio ha depositato le motivazioni della sentenza.

L’architetto agrigentino aveva accusato l’ex segretario generale della Regione siciliana di tante nefandezze. Disse che Monterosso faceva parte della massoneria, che era a disposizione di imprenditori legati alla mafia e della stessa mafia trapanese, che faceva anello di congiunzione fra un manipolo di affaristi e l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, ripagata con collane Cartier e orologi Rolex.

L’avvocato Roberto Mangano

Tutto falso. Monterosso ha denunciato Tuzzolino affidandosi all’avvocato Roberto Mangano. “Appare pienamente provato, dalla deposizione dei testi e dalla estrema contraddittorietà delle dichiarazioni del Tuzzolino – scrivono i giudici – che quest’ultimo ha accusato falsamente la Monterosso di vari reati, con la consapevolezza della sua innocenza”.

“Non è sostenibile che Tuzzolino abbia saputo quanto riportato solo perché comunicatogli da terzi – si legge in un altro passaggio della motivazione – sia perché i soggetti da lui citati come fonti hanno smentito tale versione, sia perché Tuzzolino non si era mai espresso in tali termini. È dunque verosimile che quest’ultimo abbia sostenuto questa ulteriore versione solo allo scopo di sostenere la possibilità di un errore o di un equivoco.


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