Rimpasto, accordo ancora lontano |Acque agitate tra i centristi - Live Sicilia

Rimpasto, accordo ancora lontano |Acque agitate tra i centristi

Tante incognite ancora sulla possibile nascita di un Crocetta quater. Tensione in Sicilia democratica. Dubbi anche dentro Ncd.

PALERMO – Nel giorno in cui l’Ars riprende i lavori (si fa per dire) in un’Aula deserta,l’attenzione della politica siciliana resta focalizzata sul tema del rimpasto. Che continua ad agitare i partiti, anche se di concreto, tengono a far sapere tutti, c’è ancora molto poco. E l’opinione diffusa è che i tempi per la nascita di un Crocetta quater non saranno brevissimi.

Punto fermo Fiumefreddo

Il governatore nei giorni scorsi ha fatto una serie di aperture, sia all’ingresso dei politici in giunta, sia all’allargamento della maggioranza a Ncd. Crocetta non cede invece sul nome di Antonio Fiumefreddo che resta la sua scelta per l’assessorato alle Attività produttive. Sembra che il presidente della Regione non abbia ceduto di un millimetro sul punto, anche se dopo due mesi continua a mantenere l’interim senza procedere allo strappo di una nomina non concordata con gli alleati.

La giunta politica

Se però dovesse raggiungersi un accordo su una giunta tutta politica, l’ingresso di Fiumefreddo sarebbe meno in sintonia con la nuova fisionomia della giunta. Nel Pd diversi deputati di peso scaldano i motori. Tra i papabili sono già circolati i nomi di Bruno Marziano, accostato all’Agricoltura, e Giuseppe Lupo al Bilancio. Ma anche tra gli alleati c’è chi sarebbe pronto a un futuro da assessore. Nella nuova federazione che dovrebbe nascere a fine mese dall’unione di Pdr e Sicilia democratica – Sicilia Futura sembra sia il nome scelto -, i due nomi in prima fila sono quelli di Beppe Picciolo e Totò Lentini. Ma i problemi non mancano.

Mal di pancia centristi

Le fibrillazioni investono soprattutto Sicilia democratica. Gianbattista Coltraro si è già tirato fuori dal patto federativo con la formazione di Cardinale. Il deputato siracusano ha lamentato come non ci sia stato un dibattito interno approfondito su questa scelta che a suo dire snaturerebbe la mission del partito fondato da Lino Leanza e in particolare la sua natura autonomista. Ma Coltraro non sarebbe l’unico a nutrire dubbi. Anche di altri due deputati del gruppo, Carmelo Currenti e Maria Luisa Lantieri, si dice non siano troppo entusiasti. Il cammino della nuova cosa centrista, saldamente ancorata al ceppo renziano del Pd, comincia insomma in salita. E proprio per la vicinanza del progetto di Cardinale al renziano Davide Faraone non sarebbe neanche troppo ben visto da Rosario Crocetta. E c’è poi l’insofferenza manifestata dalle segreterie provinciali di Sicilia democratica della Sicilia orientale, i vecchi amici di Lino Leanza che non hanno apprezzato le ultime mosse del partito.

Il nodo Ncd

Tutto da chiarire poi è il destino di Ncd. Dopo l’apertura di Crocetta, gli alfaniani dovranno decidere il da farsi. Il gruppo si sarebbe dovuto riunire domani ma l’incontro è stato rinviato in previsione del maltempo. Al momento una delle ipotesi che circola è quella di un sostegno alle riforme da parte di Ncd che però non entrerebbe in giunta e si accontenterebbe di una presidenza di commissione “pesante”, probabilmente il Bilancio, ma “in una logica istituzionale e non di scambio”, osserva un alfaniano.

I contatti tra il segretario del Pd Raciti e Giuseppe Castiglione sono stati frequenti nelle ultime settimane. Il co-coordinatore di Ncd insiste sull’opportunità di ragionare per ora solo su un patto per le riforme. Almeno un paio di deputati, Germanà e Vinciullo, sono più propensi a un ingresso in maggioranza, altri sono meno entusiasti, ma tutti hanno ben chiaro che se la legislatura durerà, per sopravvivere Ncd dovrà spingere sull’acceleratore, già dal prossimo mese, il progetto di Area popolare con l’Udc. E a quel punto, il nuovo soggetto politico centrista non potrà stare per metà dentro e per metà fuori dalla maggioranza. Toccherà entrare, sperando che i due annidi legislatura rimanenti siano sufficienti a cancellare il ricordo dei tre precedenti.

I travagli di Ncd si inquadrano nel dibattito interno sul futuro del partito, sempre più avviato verso un abbraccio a Renzi. Oggi Renato Schifani ha auspicato un congresso nazionale per discutere del futuro del partito, dentro il quale c’è una certa inquietudine dei parlamentari nazionali che temono di non avere prospettive di rielezione.

Tempi lunghi

Con tante incognite ancora senza soluzione, l’impressione generale è che i tempi del rimpasto non saranno troppo rapidi. “Forse a ottobre”, preconizzava oggi un deputato di lungo corso, che bollava come “melina” i boatos di questi giorni. Melina o meno, il gossip sul rimpasto rapisce l’attenzione del Palazzo. Che intanto resta vuoto, come oggi Sala d’Ercole. “Il confronto in corso tra il governatore Rosario Crocetta e la maggioranza sull’ipotesi di una nuova giunta con una impronta politica allargata a Ncd, o comunque di un rimpasto, sta paralizzando l’attività amministrativa e quella dell’Assemblea regionale – attaccava oggi Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars -. Siamo in ostaggio di una maggioranza che pensa solo a poltrone e poltroncine e anche le presidenze delle commissioni rientrano in questo gioco di equilibri”. Un gioco che potrebbe protrarsi ancora per settimane.

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