PALERMO – Alla fine, ecco i nomi. Almeno i primi. Quelli che formano almeno metà dell’identikit dell’ufficio. Ci riferiamo a quello che ha sede a Bruxelles, a Rue Belliard, dove la Regione siciliana può contare da circa cinque anni su un ufficio spesso al centro di polemiche e dubbi. Il governo regionale ha scelto chi dovrà lavorare in quelle sale nel centro della capitale belga. A pochi passi dal Parlamento europeo. E la gestazione del nuovo personale è stata quantomai faticosa e lunga. L’ufficio, infatti, ridotto al minimo (due dipendenti soltanto) dall’ex governatore Lombardo, è stato resuscitato dal presidente Crocetta, che l’ha indicato come un presidio strategico e di grande importanza.
Per questo, con una delibera dello scorso aprile, il governatore ha deciso di ripristinare gli effetti di una legge del 2002, quella che istituisce gli uffici di Bruxelles, appunto. E che determina anche la dimensione dell’organico: non più di sedici dipendenti, mentre il tetto massimo per gli “esterni” è stato fissato a otto.
E di questi otto, la metà è già stata scelta. Anche se ancora la nomina non è del tutto ufficiale. In quattro, infatti, hanno già firmato un contratto. Che adesso dovrà passare alla Ragioneria, e poi notificata agli interessati prima, e poi ai cittadini anche attraverso il sito web della Regione.
Si tratta di Giuseppe Guerrera, Anna Sophie Barletta, Bruno Cortese e Loredana Amenta. E se i loro curricula verranno pubblicati solo tra qualche settimana, il web già offre – al netto di possibili, quanto improbabili casi di omonimia – qualche notiza. Soprattutto su uno di loro. Giuseppe Guerrera, curriculum fitto di esperienze anche di alto livello, è stato dal 2006 l’assistente al “Cese” del superconsulente di Crocetta, Antonello Pezzini. Che si sta occupando, per conto della Regione, del cosiddetto “Patto dei sindaci”. Un rapporto che, però, potrebbe essersi recentemente interrotto. Guerrera vanta anche una consulenza alla Regione nel 2010: sei mesi al fianco dell’asessore all’Energia Pier Carmelo Russo proprio col compito di fornire un contributo alla spesa dei fondi europei.
La selezione degli esperti era stata accompagnata da molte critiche. Anche a causa delle scelte del passato. Quando tra gli esperti figuravano giovani dai cognomi più o meno noti. Il “caso” più recente, sotto il governo Lombardo, fu quello di Giordana Campo, figlia dell’allora dirigente Gesualdo. Individuata “intuitu personae” come spiegò candidamente l’allora presidente della Regione. Stessa logica che portò a Bruxelles, tra gli altri, negli anni, Pierfrancesco Virlinzi, figlio dell’imprenditore catanese Ennio, Jane Torrisi, anche lei di una nota famiglia d’imprenditori etnei, Luigi Lo Piparo, figlio di un dirigente ministeriale, Francesca Parlagreco, figlia dell’ex capo ufficio stampa dell’Ars e Salvatore Lupo, gelese di nascita, e tra i più stretti collaboratori dell’attuale governatore Crocetta, che non a caso l’ha scelto come consulente alla Presidenza della Regione per la “cabina di regia” per i progetti finanziati dal Po Fesr. Anche lui, al fianco di Antonello Pezzini.
Il presidente Crocetta, stavolta, però, aveva annunciato che avrebbe selezionato i giovani interessati a quel posto di lavoro attraverso la valutazione dei curricula. Curricula che, anche dopo le sollecitazioni del nostro giornale, sono arrivati a centinaia alla casella di posta del presidente. Che alla fine, come detto, ha scelto. Basandosi sui curricula, certo. Ma anche – come ammettono anche alcuni burocrati a lui vicini – sulla base del carattere prettamente fiduciario dell’incarico. Quei posti, infatti, equivalgono a tutti gli effetti, ai ruoli negli uffici di gabinetto. E l’Ufficio di Bruxelles è, tra l’altro, uno dei rami dell’amministrazione alle “dirette dipendenze” del presidente della Regione.
Che quindi ha scelto sostanzialmente da solo. E del resto, dopo avere ricevuto centinaia di curricula, Crocetta aveva precisato che la Regione era in cerca di personale “altamente qualificato”. A dire il vero, stando al racconto del governatore, in pochi erano disposti ad accettare quell’incarico. “Con quel posto di lavoro – spiegò il presidente – mica si fa la bella vita: lì si guadagna circa 1.500-1800 euro al mese”. Cifre non del tutto esatte. Il contratto degli esperti prevede un esborso, al lordo, per la Regione pari a quelli per gli esperti degli uffici di gabinetto, categoria “D1”: 2.900 euro. Al netto si tratta di uno stipendio di 2 mila euro circa. Non certo faraonico, comunque.
I quattro esperti andranno ad aggiungersi ai quattro interni. Oltre al dirigente “fecente funzioni”, Maria Cristina Stimolo (che è anche il dirigente generale del dipartimento Affari extraregionali), infatti, e all’unico dipendente che era rimasto “a guardia” degli uffici di Rue de Belliard, cioè Patrizia Meli, e al dipendente in aspettativa sindacale (e per questo non è destinatario di alcuna indennità ‘estera’) Marcello Minio, la Regione ha individuato altri due funzionari, che lavoravano proprio agli affari Extraregionali: si tratta di Fiorella Zappalà e Rosa Calamunci.
Anche sulla scelta di questi dipendenti non sono mancate le polemiche. Per mesi, infatti, in tanti dipendenti regionali si sono chiesti (e hanno chiesto a Livesicilia) dove si potesse trovare l’atto di interpello per riempire le caselle di Bruxelles. Un atto di interpello saltato fuori solo successivamente. E che ha portato alla scelta, tra coloro i quali erano disposti a fare le valigie e sbarcare a Bruxelles (con tanto di sostanziosa indennità estera), delle due nuove dipendenti. Quattro più quattro. L’ufficio può ripartire.
La sede, 750 metri quadrati è costato alla Regione guidata da Raffaele Lombardo, tra acquisto e ristrutturazioni, oltre tre milioni. Un ufficio che era dimagrito fino quasi alla scomparsa, dopo le delibere di Lombardo. Ma che con Crocetta ha ricevuto una bella cura ricostituente. Il governo, infatti, ha previsto in bilancio una spesa, per il personale di quell’ufficio, di oltre 1,2 milioni per i prossimi tre anni.