PALERMO – È in aperta polemica con il direttivo dell’Ordine degli avvocati che l’avvocato Mario Bellavista ha deciso di scrivere direttamente al ministro della Giustizia, al premier Conte e al capo dello Stato Mattarella per chiedere “l’estensione delle misure alternative alla detenzione per prevenire e affrontare l’emergenza corona virus nelle carceri italiane”.
“Avevo chiesto al mio ordine di condividere questa iniziativa, ma non ho avuto inspiegabilmente l’appoggio sperato – spiega il penalista e consigliere -. Forse il fatto di essere un consigliere di minoranza ha spinto i miei colleghi a rispondere più al logiche politiche che all’interesse di cittadini. Sì perché i detenuti sono cittadini che, in questo momento particolare, si trovano in una situazione ad alto rischio. E allora, senza strumentalizzare richieste provocatorie di amnistia, si chiede che si decreti con urgenza l’estensione delle misure alternative alla detenzione in carcere quando le pene da scontare siano brevi e che vengano sospese le esecuzioni delle pene fino a cinque anni finché non verrà superata la emergenza corona virus. La estensione di misure alternative alla detenzione in carcere non vuol dire mettere in libertà dei condannati. Vuol dire garantire la loro salute ed eseguire la pena in luoghi e in modi diversi dalla detenzione in carcere”.