Risvegliarsi senza la Coppa | (ma con qualcos'altro) - Live Sicilia

Risvegliarsi senza la Coppa | (ma con qualcos’altro)

Il giorno dopo
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Ieri, prima della partita, l’attesa del palazzo in cui abito è stata messa in allarme da un acuto miagolio. Nel giardino comune dello stabile ha approntato le tende una colonia di gatti in bianco e nero, di probabile fede juventina. Il miagolio apparteneva a due gattini appena nati, abbandonati dalla mamma. Una signora anziana (umana) ha tentato di dargli il latte. L’hanno rifiutato. Uno è grigio, l’altro è color miele. Appuntamento a Villa Filippina per il maxi-schermo e la cronaca di Palermo-Inter. Che fai? Ipotesi uno, da palermitano cattivo: te ne freghi. Ipotesi due, da palermitano buono: ti adoperi, anche se sai che non servirà. Ho preso i gattini e li ho messi in un coacervo di lamiera che mi ostino a chiamare macchina. Li ho coperti come potevo. E sono venuto via.

Villa Filippina, di suo, è già bella. Ieri era bellissima. Alberi antichi, un volto secolare, accanto alle urla dei bambini tinti di rosanero. Ci siamo accomodati dentro una stanza, di fianco al maxi-schermo, con un ardore da bersaglieri. Fuori a immergersi nel catino dell’Olimpico che pareva vero, illuminato dalla luna palermitana. Dentro, di corsa, per registrare ogni variazione per la nostra diretta. La gente si è incendiata in un rosario di passione. Ha sofferto, ha palpitato. Alla fine, qualcuno ha pianto. Tutti sono andati via, con la Coppa immeritatamente nelle mani dell’Inter, in silenzio e in fila. Ci avrebbero presi per svedesi.

Sono tornato a casa col cuore in gola. Temevo che avrei trovato due gattini morti nella mia macchina. C’erano ancora. Li ho coperti e ho sistemato nella scatola una borsa d’acqua calda. Perché racconto questa storia minima e personale, sfidando la pazienza dei lettori? Perché per me salvare questi due cuccioli piovuti dal cielo in grembo alla terra sarà come la finale del Palermo: un’impresa quasi impossibile. Volevo scrivere una trama vibrante, mi sono ritrovato a parlare di gatti, con in mente Giulio Migliaccio. Ieri, guardando Giulio e pensando ai miei ospiti, mi è venuta in testa una cosa strana che magari farà ridere. La vittoria e la vita stessa non importano troppo, se sei stato benedetto dall’amore.

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